Ci risiamo: Parco Nemorense chiude per altri 20 giorni. È quanto deciso dal Comune nel corso della Commissione ambiente tenutasi il 3 febbraio.

Entro una o due settimane, infatti, partiranno i lavori alla pavimentazione e saranno rimessi i sampietrini nella parte vicino a Villa Bianca e via Martignano. Non sono quindi bastati gli otto mesi di cantiere – tra novembre 2019 e luglio 2020, anche a causa del Covid – per completare la riqualificazione dell’area, costata circa 400 mila euro.

Una notizia che ha colto di sorpresa il quartiere e i suoi residenti. Che ora non ci stanno e, su Facebook, esprimono a gran voce il proprio dissenso.

“Speriamo che questa volta davvero ci mettano 20 giorni – scrive Gabriella Paris -. La volta precedente non è stato solo il Covid a fermare i lavori. Andavano molto a rilento e ci lavoravano pochissime persone, più spesso nessuno. Poi proprio ora che finalmente aveva riaperto il bar e si poteva stare un attimo tranquilli all’aperto… Se chiudono più di 20 giorni che ne sarà di chi lavora al bar?”.

Secondo Laura Sigur Ros “ogni volta che chiudono la situazione peggiora”, mentre per Alessandro Accatino si tratta della “solita vergogna”. Si accoda ai commenti anche Diego Chianella: “Sapevamo che i lavori erano incompiuti e sarebbe stata necessaria una nuova chiusura. Spero che questa volta si vigili con attenzione”.

Scrive Raffaella Dirat: “Non capisco il motivo di chiudere tutto il parco per rifare il muro di via Martignano. Non possono chiudere solo l’area vicino?”.

“Quando ho letto la notizia pensavo fosse uno scherzo di qualche denigratore della Raggi – chiosa Maurizio Borghi -. Passo da un anno quotidianamente davanti a quella villa, che è rimasta chiusa ben più del previsto e che ha riaperto più o meno nello stato precedente (così mi è sembrato almeno). Ma esistono controlli sui lavori o qualcosa che ci assomigli?”.

“Dopo mesi di chiusura si sono visti poi i risultati… la gente non dimentica!”, il commento di Chiara Togliani.

LEGGI lo speciale sul flop dei lavori (a cura di Antonio Tiso)

LEGGI lo sfogo di una residente