17 Febbraio 2022 - 13:00 . Trieste-Salario . Social
Studentessa ripresa dalla docente al Righi, i social si scatenano: “Uscita infelice, ma serve decenza”
Il caso della studentessa del liceo Righi di Roma ha scatenato una pioggia di reazioni e commenti sui social. Nella giornata di martedì 15 febbraio una professoressa avrebbe detto ad una sua alunna: “Ma che stai sulla Salaria?”. L’allusione alla strada, di notte occupata dalle prostitute, è nata dopo aver visto la ragazza indossare una maglietta che le lasciava la pancia scoperta.
L’uscita della docente ha avuto grande eco. La mattina seguente, studenti e studentesse del Righi, hanno dato vita ad una protesta in solidarietà con la loro compagnia. Maschi e femmine sono entrati in classe in minigonna e pancia scoperta con l’obiettivo di “dare un segnale forte e chiaro e ribadire che il sessismo non può avere spazio nelle scuole”.
Liceo Righi, la reazione dei social
La notizia, come anticipato, ha avuto grande seguito anche sui social. Solo sulla nostra pagina Facebook ‘Roma H24 Trieste-Salario’ si sono registrati oltre 300 commenti. Il vasto ed eterogeneo pubblico del web si è diviso nella maggior parte dei casi in due: c’è chi ha preso le difese della docente, per molti fraintesa, e chi dell’alunna, umiliata da parole ritenute fuori luogo.
Nel primo gruppo c’è anche Eligio che afferma come “la frase della professoressa vada contestualizzata”. Un pensiero ripreso anche da Carla: “La docente ha fatto bene, la scuola ha il compito di insegnare, in questo caso, anche il decoro”.
Le argomentazioni di chi spalleggia la posizione della docente muovono poi dall’assunto di un abbigliamento ‘fuori luogo’ indossato dalla ragazza soggetto del rimprovero. Come dice Andrea: “A scuola si va vestiti decenti, questi giovani si sentono feriti per ogni cosa che si dice loro”. O Claudia: “In classe si entra rispettando regole e buon senso altrimenti diamo la certezza a questi giovani di avere sempre ragione”.
Molti utenti, però, sottolineano come le parole proferite dall’insegnante non siano giustificabili: “La professoressa deve educare, non insultare”, dice Alfonso. O ancora Giulia: “È gravissimo ed inaccettabile che un’insegnante abbia dato della prostituta a una ragazzina. Va allontanata, evidentemente non è in grado di fare l’educatrice”. D’altronde, sottolinea Flavia, “le stesse cose si potevano dire con più tatto e garbo, magari parlando in generale”.
Tra le due posizioni c’è poi una via intermedia che alla fine sembra racchiudere il pensiero della maggior parte degli utenti intervenuti e lo esprime Maria: “L’insegnante ha sbagliato, ma la ragazza dovrebbe sapere che a scuola ci si va composti, per imparare, e non per mettersi in mostra”. Un concetto arricchito da Alfredo: “L’uscita sicuramente è infelice ma, a mio parere, la decenza ed il rispetto di noi stessi e dei luoghi che frequentiamo non deve mai mancare”.