Roma, 14 Dicembre 2024 - 8:09

Il quartiere segreto

Ludovico Fulci

Ex docente del liceo Giulio Cesare, scrittore e saggista

19 Settembre 2019

Noi che al mercato di via Metauro andavamo da “Saturnina che c’ha tutto”

Il mercato di via Metauro, le cui bancarelle si trovano alle spalle di via Po e giungevano un tempo fino al largo Benedetto Marcello, si trova in un’area urbanistica sorta durante l’amministrazione Nathan all’epoca in cui si promosse un’edilizia popolare. Per quanto strano possa sembrare a chi veda nel mercato di via Metauro il mercato dei Parioli, le cose andarono nel senso che abbiamo detto. Lo dimostrano i fatti che racconteremo, nonché gli edifici “intensivi” di via Metauro e altri delle strade adiacenti, come via Simeto e via Tirso.

L’edilizia popolare romana sorse chiudendo una fase poco felice di speculazioni avventate operate sul mercato delle aree edificabili prima e dell’industria del mattone poi, con nomi eccellenti che, sperando in facili guadagni, buttarono un bel po’ di soldi su iniziative che si sarebbero rivelate in parte fallimentari. Il fenomeno era avvenuto negli ultimi decenni dell’Ottocento e il famoso scandalo della Banca Romana non era stato altro se non la punta di un iceberg su cui mancò la volontà di indagare fino in fondo. A dirla tutta, ci fu un deputato dell’Estrema, Napoleone Colajanni, il quale disse che c’era un “alto personaggio” coinvolto nell’intera vicenda e a qualcuno parve di intendere che si alludesse nientemeno che a Umberto I.

Che si trattasse del re o di qualcuno a lui vicino, è chiaro che, risolte sul momento le questioni più spinose, si pensò di risolvere la “questione morale” aprendo a Sinistra, essendo la Sinistra lo schieramento politico più critico nei confronti della monarchia. E quando il nemico si fa minaccioso, è buona regola scendere a patti. In effetti già sul finire del secolo alla Sinistra liberale si associano, in alcune amministrazioni comunali, esponenti dell’appena nato partito socialista nonché qualche repubblicano.

Il mercato di via Metauro oggi

Finito nel 1903 il governo Zanardelli, formato da uno dei leader storici della Sinistra liberale, inizia la fase clou dell’età giolittiana e Giolitti continua, a livello locale, a concedere spazi alla Sinistra, specie quando non può farne a meno, o quando ritiene che valga la pena passare la mano al “nemico”. Fu così che, dalla fine del 1907 a quasi tutto il 1913, il mazziniano Ernesto Nathan fu sindaco di Roma. Il nuovo sindaco, estraneo agli interessi dei grandi proprietari terrieri, puntò sull’edilizia popolare e favorì la formazione di cooperative edilizie. Tra queste c’era la Società Cooperativa “La Terza Roma”. La Guida Monaci del 1915 descrive anche lo scopo di questa cooperativa sorta “per la costruzione di case popolari ed economiche”, specificando che tali case si costruiscono e si acquistano “per venderle ai soci o locarle a soci e non soci” e fa noto che ci sono due costruzioni in corso, una in via Metauro e l’altra in viale della Regina.

È in quest’epoca che nasce il “Bazar Terza Roma” di via Metauro, che, come ci conferma Giuseppe Torda, l’attuale conduttore e proprietario, fu inaugurato a quel tempo dai suoi nonni Romolo Torda e Preziosa Spadoni. Per motivi che non conosciamo la signora fu nota per un certo periodo come Saturnina. Dopo la seconda guerra mondiale “vai da Saturnina che c’ha tutto” era il motto del quartiere e ancora oggi il locale notevolmente ampliato, è ricco di oggetti per la casa.

Si capisce che, data la natura delle merci Romolo e Preziosa convenissero circa l’utilità che a servire dietro il bancone ci fosse Saturnina, più capace del baffuto e corpulento marito di interpretare le richieste delle massaie, specie quando fossero tanto generiche da potersi esaudire solo ricorrendo a un qualche risolutivo suggerimento. E i suggerimenti erano tanti, dallo sturalavandini al prodotto sbiancante, dalla cera per pavimenti al famoso pludtach con cui mia madre toglieva le macchie dalle cravatte di papà.

Di Saturnina abbiamo avuto, per cortesia del nipote, una foto. Si tratta di una tipica foto-tessera nella quale la signora non più giovanissima ha una sua eleganza discreta e sobria e certamente decorosa, con quella collana e quegli orecchini che ne incorniciano il volto. Sposatasi, come abbiamo potuto appurare, al suo Romolo nel 1909, cioè centodieci anni fa, Preziosa Spadoni, detta Saturnina, fu un personaggio assai noto nel quartiere e chissà quanti clienti “importanti” avrà servito, di quelli che allora abitavano in zona.

C’erano famosi scrittori come Massimo Bontempelli e Paola Masino, c’era la Bellonci, che abitavano in viale Liegi. C’erano registi di fama internazionale come Fellini, che viveva con la moglie Giulietta Masina in via Lutezia, c’era Lattuada che abitava con la moglie Carla del Poggio in via Paganini. C’era, sempre in un appartamento di viale Liegi, Alessandro Blasetti.

E lei, Saturnina, senza scomporsi, salutava, “Dica pure signore, dica pure signora, in che cosa posso esserle utile?”, frase di circostanza, magari detta tutta d’un fiato, che descrive un’epoca che non c’è più.

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