18 Gennaio 2020 - 13:47 . Trieste . Social
Crollo del pino a corso Trieste, nel mirino dei cittadini la manutenzione del verde
Fa discutere il crollo del ramo di un pino ieri sera, 13 gennaio, a corso Trieste. E fa paura. Un episodio inquietante, l’ennesimo nel quartiere. L’ultimo appena tre settimane fa, quando un grosso pino era caduto davanti alla stazione metro di piazza Annibaliano, probabilmente in seguito al forte vento.
Un episodio che poteva davvero fare danni ben più gravi, come ricordano in tanti sui social. “Sono scampata per una manciata di metri: stavo ancora attraversando sulle strisce dall’altro lato quando ho sentito come botti di capodanno, tanto che mi son girata per vedere da dove venissero ma, mentre lo facevo, mi rendevo conto che stava cadendo il ramo. Uno spavento terrificante”, il racconto di Silvana Veller. “Schivato per miracolo! Ero sull’80 e ci hanno fatto scendere tutti, così i bus dietro! Pazzesco, e oggi non c’era né vento né pioggia”, aggiunge Cinzia Esposito.
Sotto accusa finiscono innanzitutto i pini, troppo alti e non adatti a crescere in città in mezzo all’asfalto. “Vanno tolti tutti ed eventualmente sostituiti con alberi adatti ad oggi”, dice Paolo Landori. Ma in tanti lamentano una scarsa, se non assente manutenzione, come Marina Righetti: “Ma potateli! La cura degli alberi è fondamentale per la nostra sicurezza”. Mentre Alessia Diodati ricorda: “Diversi sono quelli che versano in stato comatoso. Tanti in zona e anche nei pressi di Villa Grazioli. Se invece che pensare alla conservazione del verde si tagliasse quello che resta, solo un arbusto in via preventiva, e se ne piantassero di nuovi, in certi casi si eviterebbero danni enormi”.
“A via Tagliamento gli oleandri vengono ‘potati’ dal maltempo, a viale Libia fanno la loro parte le radici superficiali sperando che vada sempre bene per i passanti”, accusa Renata Palminteri Cocco, mentre Alessio è più netto: “Qui si gioca con il fuoco… appena ci scappa il morto raderanno al suolo tutti gli alberi”. Insomma, la paura che accada di nuovo c’è ed è reale.