27 Marzo 2022 - 12:10 . Sport
Maratona di Roma, in 11mila in gara. Vince Bekele Fikre Tefera e segna un nuovo record
Si è conclusa la 27esima Maratona di Roma, vinta dall’etiope Bekele Fikre Tefera in 2:06’48”, nuovo record del percorso, che ha messo in archivio il 2:07’18” del keniano Benjamin Kiptoo Kolum (2009).
Dietro di lui, al traguardo, il connazionale Mamo Tadesse Temechachu (2:07’04”) e il marocchino Othamane El Goumri con 2:07’16”. Tra le donne, vittoria dell’etiope Sechale Dalasa Adugna (2:26’09”) seguita dalla keniana Gladys Jeruto Kiptoo (2:28’45”) e dall’altra etiope Bekele Tadelech Nedi (2:31’01”).
A dare il via agli 11.000 maratoneti, riporta la nota degli organizzatori, di cui quasi 5.000 stranieri, è stato l’assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo di Roma Capitale Alessandro Onorato, sventolando la bandiera della pace. Partenza alle 8.30 dai Fori Imperiali, con il Colosseo a fare da sfondo e l’Altare della Patria e la Colonna Traiana a stringere in un abbraccio i partecipanti. Il tutto anticipato dalle note e dalla inconfondibile voce del tenore Carlo Assogna che ha intonato prima l’Inno nazionale e poi ‘Il Gladiatore’, e dagli indomiti legionari del Gruppo Storico Romano. La città eterna non ha quindi tradito le attese regalando ai runner e a sé una giornata di grande festa.
“Mai come quest’anno – spiega il delegato allo Sport del presidente della Regione Lazio, Roberto Tavani – la Maratona di Roma con tutta la bellezza e unicità del suo percorso tra le meraviglie della Città Eterna, lancia un fortissimo messaggio di pace, di unione e vicinanza al popolo ucraino. Come Regione Lazio anche quest’anno siamo accanto all’Acea Run Rome The Marathon perché lo sport vuol dire non solo sforzo e attività fisica, ma è sinonimo di gioia, inclusione e libertà. Vedere tutti questi atleti provenienti da ogni parte del mondo tornare a competere, nella nostra splendida città, tutti insieme anche dopo il lungo periodo di stop e restrizioni dovute alla pandemia, ci lascia la convinzione che possiamo essere più forti di ogni difficoltà. Da qui, dalla culla della nostra cultura, questo evento sportivo assume un significato simbolico e si trasforma in un grido contro la guerra, oggi qui vince la pace”.