“Speriamo che il procuratore faccia il necessario per fare giustizia e per far chiudere l’impianto. Viviamo un’ingiustizia e chiediamo aiuto”. Chi parla è Maria Teresa Maccarrone, amministratrice del gruppo Facebook “Stop alla puzza” e cittadina di Villa Spada.

La notizia del sopralluogo del pm Carlo Villani nell’impianto di via Salaria ha riacceso la speranza tra i residenti delle zone colpite dai miasmi del Tmb. “Siamo felici che la Procura stia ancora indagando – sostiene Maria Teresa – Siamo stanchi, siamo esasperati di vivere così. Non è solo la puzza. Sentiamo bruciare gli occhi, le narici. Ci viene mal di testa. Ormai viviamo con le finestre chiuse”.

Le indagini, iniziate nel giugno 2018, sono partite a seguito dell’ennesimo grido di aiuto dei cittadini. Lo scorso 27 ottobre infatti, i comitati di quartiere Villa Spada, Fidene, Serpentara e Colle Salario hanno presentato tutti insieme un nuovo esposto, firmato da 1300 cittadini, in cui è stata avanzata l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale. RomaH24 è venuta in possesso della denuncia depositata in procura, che è possibile visionare qui.

Questo esposto non è la sola azione che hanno portato avanti residenti. “Nel 2011 avevamo presentato una denuncia con 2640 firme. Nel 2012, l’anno dopo, abbiamo portato una petizione al Parlamento Europeo – racconta Maria Teresa -. Speriamo che grazie anche alla mobilitazione che si sta portando avanti in questo periodo, riusciremo ad ottenere il risultato per cui lottiamo da anni: la chiusura del Tmb”.

Lo scorso 6 settembre si è riunito per la prima volta l’Osservatorio del Tmb Salario, organismo presieduto da Giovanni Caudo, presidente del III Municipio, nato per chiedere la chiusura dell’impianto Ama entro la fine del 2019.

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