Un nuovo rinvio. Dopo i (lunghi) lavori di ristrutturazione, Parco Nemorense doveva essere restituita ai cittadini oggi, lunedì 29 giugno. Tuttavia, bisognerà attendere ancora per l’ultimo atto del Comune, che dovrà rimontare le altalene nell’area giochi e delegare al Servizio Giardini la pulizia del parco.

Uno slittamento che non ha fatto per nulla piacere ai residenti del Trieste-Salario e che ha fatto scatenare sulla pagina Facebook di RomaH24 rabbia e frustrazione dei residenti. “Stessa identica storia vista a Villa Massimo. Annunci smentiti, rinvii continui, riapertura rinviata di volta in volta, per tre anni dal 2016 al 2019”, lamenta Emanuele Iannuzzi.

Rodolfo Monaco invece dice: “Una gestione dei parchi decisamente capricciosa (mi astengo dall’usare termini più appropriati). La città merita più cura e attenzione”.

Ancor più duro Federico Marsilii: “Le solite scuse…sono davvero incommentabili. Per rimettere apposto un parco più di 9 mesi e ancora non si sa quando potrà essere restituito ai cittadini…ma soprattutto ai bambini”.

Mentre Luca Vasconi accusa: “L’amministrazione ha preso l’impegno con la cittadinanza di consegnare l’area il 29 giugno e 2 giorni prima si accorge che dopo la consegna dell’area da parte dell’impresa ci voglio ‘tempi tecnici’ per pulire l’area, riparare una fontana e montare il parco giochi. Tempi tecnici per di più non qualificati da una data precisa”.

E ancora: “L’amministrazione per l’ennesima volta non si rende neanche conto di mancare il più importante dei suoi obiettivi e cioè mantenere gli impegni presi con i cittadini che rappresenta, accrescendo la sfiducia e non considerazione. Inoltre evidenzia anche una sequela di errori che in una normale società privata sarebbero costati il posto di lavoro“.

Controcorrente invece Lorenzo Ianni: “Sinceramente sono molto più contento per la ristrutturazione completa di Parco Nemorense dall’avere voglia di recriminare per un giorno in più o in meno di riapertura”.

Molto duro anche il commento di Maria Chiara Matarazzo: “Ma non hanno sostituito l’orrido brecciolino che fa tutta quella polvere infernale? Ma dai! Vergogna, tutti questi mesi chiuso per sistemare tre cose… che pena, che imbarazzo… che vergogna…”. Rodolfo Genga, infine, punta il dito contro il Comune: “Un’altra delle tante vergogne dell’era Raggi!”.

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