Roma, 23 Dicembre 2024 - 15:48

Il quartiere che vorrei

Fabrizio Mencaroni

Architetto e Amministratore del Gruppo Prati di Retake Roma

23 Maggio 2020

Da “oscene” ad abbandonate, la storia delle Cariatidi di piazza dei Quiriti

Era l’anno 1924, Filippo Cremonesi (ex sindaco) era il commissario straordinario di Roma, quando il Comune decise di bandire un concorso per la realizzazione di cinque fontane da erigersi in altrettante piazze nei quartieri di recente realizzazione. Una di queste era piazza dei Quiriti nel rione Prati (XXII), tale denominato ufficialmente dal 20 agosto 1921.

La mappa del quartiere nel 1883

In verità piazza dei Quiriti non era proprio di recente realizzazione. Essa compare già nel piano regolatore generale del 1883 e con il suo nome in una cartografia del 1888.

Cartografia del 1888

Per questo luogo fu scelta la proposta dello scultore triestino Attilio Selva (1888-1970). Artista, già affermato all’epoca per aver partecipato con fortuna a numerose manifestazioni, viene inquadrato in quegli anni come rappresentante del nuovo movimento artistico, chiamato “Ritorno all’ordine”. Di questo esperimento artistico, che si muove in chiave novecentista e propone un'”italianità michelangiolesca”, Selva è considerato un precursore.

Il disegno originale della fontana

Quattro anni dopo, nel 1928, si svolse l’inaugurazione dell’opera che, prevista per il 21 aprile, fu rinviata al 9 maggio per far sopire le rimostranze di carattere “morale” venute dal Governatorato della città, dalle Associazioni cattoliche e anche dalla stampa. Come nel 1901 le naiadi della fontana di piazza dell’Esedra, anche le cariatidi di Selva avevano suscitato scalpore per la nudità esposta e anche per la posizione ritenuta “oscena”.

Superati più o meno brillantemente i primi novant’anni di vita la nostra fontana ha visto, finalmente, nel marzo del 2018 un intervento di restauro e manutenzione da parte della Sovrintendenza capitolina con il supporto di Zétema area conservazione (www.zetema.it/societa). Costo dell’intervento € 280.000 (vedi: www.sovraintendenzaroma.it/mecenati_per_roma/fontane).

Nel frattempo, dall’1 aprile 2017, il I Municipio ha preso in carico dall’Ufficio giardini la competenza sulla gestione e la manutenzione di una parte delle aree verdi di interesse locale presenti sul territorio municipale, in attuazione della delibera di giunta capitolina n. 362 del 29 ottobre 2015 (amministrazione Marino) promossa dall’allora assessore Estella Marino. Tra queste vi è anche piazza dei Quiriti ma, ovviamente, la fontana delle Cariatidi rimane gelosamente “nelle mani” della Sovrintendenza capitolina.

Il prima e dopo i lavori del marzo 2018

Poiché manca la possibilità/volontà di seguire da vicino le vicende che riguardano i singoli manufatti di valore, tali definiti ma non considerati, i saltuari, inappropriati, interventi di manutenzione portano inevitabilmente a spreco di denaro. Ciò si può constatare nella fontana in argomento che dopo soli due anni è nuovamente nelle condizioni di prima, o quasi. Muschio e calcare si sono riappropriati dei dettagli dell’opera. Gli impianti idrico ed elettrico sono fuori uso da tempo. La vasca a livello calpestio è vuota da mesi e ora risulta essere luogo inappropriato di svago da parte dei giovani rampolli della pigra borghesia dei luoghi capace solamente di lamentare sui social il disinteresse da parte del Municipio che, in questo caso, non è assolutamente implicato.

280.000 euro sono davvero tanti e mi domando come non siano stati sufficienti, ad inizio XXI secolo, a consentire l’uso di prodotti, che certamente esistono, atti alla conservazione di opere d’arte non da museo ma di pubblico godimento. Questi organi che hanno in carico le bellezze di Roma sembrano considerarle come delle “palle al piede” che sono costretti a trascinare faticosamente.


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