29 Aprile 2021 - 11:09 . Piazza Bologna . Retesociale
Povertà, l’appello del II Municipio: “No alla chiusura del centro anti-freddo”
Nel II Municipio è allarme povertà. Tanto da spingere la presidente Francesca Del Bello e l’assessora alle Politiche Sociali Carla Fermariello a scrivere alla sindaca per chiedere di non chiudere i Centri di accoglienza per le persone senza dimora attivati nella Capitale durante l’emergenza freddo e che dovrebbero interrompere le attività il 30 aprile. “Servono prima adeguate soluzioni alloggiative per i nostri ospiti – spiegano –. Il Municipio II in questi due anni ha garantito, anche durante la fase più grave della pandemia, sostegno e risposte concrete alle persone che vivono in condizioni di povertà estrema e alle persone che non hanno una casa in cui restare”.
Oltre al Centro per l’emergenza freddo di Largo dello Scautismo al Nomentano, aperto grazie alla collaborazione con il Roma Scout Center e la Cooperativa Ambiente e Lavoro, il Municipio II ha garantito in questi mesi accoglienza e sostegno a centinaia di persone senza una dimora e in situazioni di grave emergenza sociale.
“Sedici famiglie rom vittime dello sgombero voluto dal Gabinetto della sindaca la scorsa estate, che ha determinato peraltro la dispersione sul territorio di oltre 300 persone senza dimora, sono state accolte nel cuore dei Parioli, così come sedici famiglie filippine, vittime del rogo di agosto scorso, che hanno finalmente una casa in cui far crescere i loro figli grazie anche all’aiuto della Regione Lazio. Altre settanta persone che hanno perso tutto, sempre a causa dell’incendio sviluppatosi al Foro Italico, hanno ricevuto sostegno economico dal Municipio II che ha messo a disposizione a tale scopo proprie risorse”.
Secondo i numeri del II Municipio sarebbero però centinaia le persone che quotidianamente vengono accolte e ascoltate dai servizi sociali municipali, “dimezzati nei numeri e senza risorse”.
“Grazie al lavoro del servizio sociale municipale, delle associazioni, del mondo del volontariato, della Asl, delle consulte, del terzo settore, delle aziende di servizio pubblico, della sala operativa sociale e dei Nae (Nuclei assistenza emarginati, ndr), c’è una rete che funziona e che sa dare risposte, ogni giorno – continuano Del Bello e Fermariello –. Ma tutto ciò non basta di fronte agli impressionanti numeri della povertà a Roma. Siamo convinti che tutti abbiano diritto ad una seconda possibilità e chiediamo di riscoprire il senso di sentirsi una comunità e il significato profondo del prendersi cura del prossimo. No alla chiusura dei Centri per persone senza dimora, si affronti il tema della povertà e dell’accoglienza a Roma senza lasciare indietro nessuno. La povertà non è una colpa”.
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