Ancora polemica a distanza tra Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio e il Partito democratico di Roma. Il pomo della discordia, apparentemente, è la notizia di martedì 8 giugno, data dall’assessore ai Lavori Pubblici di Montesacro e candidato presidente del III alle primarie del Centrosinistra, Francesco Pieroni: “La madonnina di piazza Sempione non verrà spostata”.

Annuncio che aveva preso in controtempo il mini sindaco Giovanni Caudo: “Sì, abbiamo preso questa decisione da settimane dopo mesi di confronto con il Vicariato, ma Pieroni ha usato il tema per fare campagna elettorale“. Raimo, che fin dall’inizio è uno dei più convinti e accesi sostenitori della pedonalizzazione della piazza del Municipio e dello spostamento della statua votiva – da progetto prevista sul nuovo sagrato della chiesa dei Santi Angeli Custodi – , in un breve post Facebook era stato molto duro nei confronti del Pd: “Alla fine, per un po’ di consenso, si è saldato un pezzo del Pd con Militia Christi e i preti omofobi. Peccato”.

Il riferimento è alle proteste del movimento di estremisti cattolici contro lo spostamento e a don Mario Aceto, parroco di Città Giardino che, prima di chiudersi in un rigoroso silenzio, aveva più volte esternato la sua ferma contrarietà al progetto della giunta guidata da Giovanni Caudo, sostenendo la raccolta firme dei comitati di zona. 

“I toni delle dichiarazioni social contro il Pd dell’assessore del III Municipio Christian Raimo sono inaccettabili – ha dichiarato Andrea Casu, segretario del Pd romano –  anche nella diversità di vedute il confronto sul futuro di Roma deve sempre svolgersi sui contenuti e nel rispetto nei confronti delle differenti opinioni e delle persone”.

Interpellato da Roma H24, Raimo ha risposto a Casu: “Non capisco bene di cosa parli – ha detto -. Io ho sempre avuto grande rispetto e stima per il lavoro della giunta del III Municipio e delle persone che ne fanno parte e rappresentano il Pd, in particolare di Francesco Pieroni. Purtroppo non c’è mai stata occasione di un reale confronto sui temi cari al territorio, ma credo che la dialettica sia importante per la qualità della vita democratica. Alla fine della giostra, i clerico-fascisti hanno trovato agibilità politica all’interno di una battaglia che doveva essere democratica. Sarebbe meglio, comunque, che Casu parlasse in maniera meno criptica“.