1 Dicembre 2021 - 10:42 . Scuola
Le occupazioni arrivano a Prati, protesta il Mamiani. Gli studenti: “Cambiare la didattica”
Al termine di una serie di assemblee studentesche, nella serata del 30 novembre anche gli studenti del liceo Mamiani hanno occupato il loro istituto. Un’occupazione che non intende interrompere la didattica ma “portare avanti il percorso di mobilitazione volto a manifestare dissenso nei confronti di un sistema scolastico che non soddisfa le nostre esigenze”, spiegano i ragazzi.
Dall’inizio dell’anno scolastico, la protesta studentesca ha coinvolto ormai circa trenta istituti romani. Gli occupanti chiedono più inclusione nell’ambiente scolastico, contestando le “logiche elitarie della scuola per apparire prima nelle classifiche”; e poi più orientamento universitario, maggiore attenzione all’insegnamento dell’educazione civica, finanziaria e di genere. E maggiore socialità, con più spazi scolastici a disposizione degli studenti e pomeriggi ricreativi, e una didattica diversa, meno teorica, per “toccare con mano ciò che si studia”.
Il programma delle lezioni alternative inizierà con un incontro sulle occupazioni nel ’68, poi una lezione sulle discriminazioni di genere e un dibattito sul film “Diaz”. Domani, 2 dicembre, si parlerà di ginecologia e femminismo, giornalismo e migrazione.
Potranno entrare nella scuola solo gli studenti interni — scrivono gli organizzatori su Instagram — e a ogni ingresso sarà richiesto il Green pass e si registreranno le presenze, per consentire il tracciamento.
“Troppo spesso le nostre mobilitazioni vengono trattate come un’istanza incontentabile di una classe privilegiata, da parte di un mondo adulto, che non tiene conto che la sfiducia nelle istituzioni e nel futuro, sono di gran lunga l’aspetto più grave — rivendicano i ragazzi — per rispondere al luogo comune che denuncia l’occupazione come atto fine a sé stesso, vogliamo dire che non è assolutamente così e infatti, con gli altri licei occupati, scriveremo al ministro dell’Istruzione”.
“Siamo consapevoli delle conseguenze che l’occupazione avrà sulla comunità dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola: a coloro che saranno colpiti porgiamo le nostre scuse — scrivono infine i ragazzi e le ragazze del Mamiani —, ci impegneremo per una protesta pulita, nell’interesse, di tutti e per ciò chiediamo a tutti gli studenti il rispetto della nostra scuola”.