San Lorenzo | La Storia
31 marzo 1935, viene inaugurata la città universitaria
È il 1933 e il regime di Benito Mussolini ha in mano tutto: la difesa, la salute e anche l’educazione, a tutti i livelli.
È presente e pervasivo non solo nelle scuole dove bambinie ragazzi sono costretti a studiare su un testo unico, a indossare la divisa e a partecipare ad adunate e manifestazioni.
Anche l’università è sotto la sua diretta influenza. Nel 1931, ai docenti universitari viene chiesto di giurare fedeltà al sovrano e al fascismo. Consapevoli delle conseguenze, in pochi rifiutano. Così, la dittatura si impone anche laddove dovrebbe esserci la libertà di pensiero e di coscienza critica. L’università viene forgiata a immagine del fascismo, anche dal punto di vista architettonico.
La Sapienza, che per secoli ha avuto sede nell’omonimo palazzo del rione Sant’Eustachio, cambia casa. Alti muri sorgono a delimitare lo spazio della nuova cittadella universitaria, una roccaforte della cultura, isolata dal resto della città.
Prende forma il monumentale ingresso, con i suoi giganteschi propilei, il Rettorato, le facoltà “gemelle” di Lettere e Giurisprudenza. Tutte strutture concepite da Marcello Piacentini. È lui a delineare il progetto e a scegliere, uno per uno, coloro che lo affiancheranno nell’impresa: ingegneri, architetti, artisti.
“Fammi una città dentro la mia città, per i miei giovani degli studi“, è questa la richiesta che il duce fa al suo architetto. Per decorare l’Aula magna, il fulcro attorno a cui tutto ruota, viene chiamato il pittore Mario Sironi. Sulla grande parete, in tre mesi, Sironi dipinge L’Italia tra le Arti e le Scienze, una gigantesca opera che rappresenta un vero e proprio manifesto ideologico e che, in seguito, subirà una pesante censura.
Il 31 marzo 1935, il grande complesso edilizio viene inaugurato. È presente anche il re, Vittorio Emanuele II. Mesi dopo, alle fine di ottobre, avverrà la grande cerimonia per l’apertura del primo anno accademico.
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