20 Gennaio 2021 - 9:00 . Prati . Consigli
Disturbi alimentari, come riconoscerli. Lo spiega il dottor Berardi, psicologo della Santa Famiglia
Durante la pandemia da Covid-19 i casi di disturbi del comportamento alimentare (DCA) come l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa sono aumentati di circa il 30%: sono cresciuti i casi di esordi della malattia e si sono aggravati quelli preesistenti. L’emergenza sanitaria relativa ai disturbi del comportamento alimentare ha sempre rappresentato nel percorso della Casa di Cura Santa Famiglia, e nel modello assistenziale promosso dalla manager Donatella Possemato, un problema di primaria importanza. Il dottor Davide Berardi, psicologo messo a disposizione delle pazienti della clinica, spiega qual è il cardine su cui si basa l’attività della clinica: “Alla Casa di Cura Santa Famiglia costruiamo un dialogo emotivo con le pazienti affinché nessuna si senta sola o giudicata, ma trovi un punto di appoggio e di comprensione da cui partire per uscire fuori dalla spirale patologica del momento”. In questo approfondimento il dottor Berardi spiega quali sono i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) più comuni e i segnali per riconoscerli.
Disturbi del comportamento alimentare: cosa sono
“Per comprendere questo tipo di disturbi occorre prima di tutto capire di cosa stiamo parlando – spiega il dottor Berardi – I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e la forma del proprio corpo. Emergono prevalentemente nell’adolescenza, possono manifestarsi sia negli uomini sia nelle donne, ma è soprattutto il genere femminile ad esserne più colpito”.
Ci sono caratteristiche specifiche che distinguono una persona che soffre di un disturbo del comportamento alimentare: “Comportamenti come il digiuno, un’eccessiva restrizione dell’alimentazione, crisi bulimiche, vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e/o diuretici, intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso costituiscono dei veri e propri sintomi e come tali non vanno assolutamente sottovalutati – continua il dottor Berardi – Parlando dei principali DCA elenchiamo l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Un’altra patologia diffusa è il disturbo da alimentazione incontrollata (o Binge Eating Disorder, BED), caratterizzato da un’ingestione di cibo compulsiva analoga a quella della bulimia, ma che non viene seguita da pratiche di eliminazione o compensazione”.
Molto spesso queste patologie vengono sottovalutate e non viene data loro la giusta rilevanza clinica: “È fondamentale spiegare che soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona, si scivola in una spirale dove tutto ruota attorno al cibo, in un’orbita di fragilità emotiva cristallizzata – precisa il dottor Berardi – Attività che prima sembravano naturali diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia, come ad esempio stare a tavola con altre persone o più semplicemente condividere un pasto. I pensieri sul cibo assillano la persona costantemente, non c’è posto per nient’altro”.
“Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della percezione della propria immagine: l’idea distorta che la persona ha del suo corpo ha la forza di influenzare ogni aspetto della vita quotidiana – spiega il dottor Berardi – “E occorre ricordare che spesso il disturbo alimentare si associa ad altre patologie come la depressione, i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze stupefacenti, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità. Possono inoltre verificarsi comportamenti autoaggressivi, come atti autolesionistici e tentativi di suicidio. Stiamo parlando di situazioni di grande sofferenza fisica e psichica che possono diventare molto gravi se non si interviene in maniera adeguata”.
Disturbi del comportamento alimentare: come riconoscerli
Dal punto di vista psicologico ci sono molti segnali da non trascurare per individuare elementi che possono significare la presenza di un disturbo dell’alimentazione. “Prima di tutto i segnali fisici – continua il dottor Berardi – variazioni di peso, stanchezza costante, svenimenti, perdita dei capelli, rossore agli occhi, amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale), aumento della massa muscolare, deterioramento dei denti (nel caso di vomito frequente), sono tutti campanelli di allarme da cogliere immediatamente”.
Possono comparire comportamenti completamente diversi dal solito: “La comparsa di rituali alimentari, lentezza eccessiva durante i pasti, la paura di situazioni conviviali, la sparizione di alimenti dalla dispensa, l’utilizzo di applicazioni per il conteggio delle calorie, la necessità di andare in bagno dopo i pasti, l’aumento dell’attività fisica, l’attenzione eccessiva ai metodi di preparazione dei pasti, la negazione di ogni osservazione riguardo alla propria forma fisica, la negazione dello stimolo della fame, il cambio nel tipo di abbigliamento sono solo alcuni dei comportamenti che possono verificarsi” – continua il dottor Berardi – “Non bisogna trascurare i segnali emotivi come forti variazioni di umore, mancanza di interesse nei confronti delle relazioni sociali, difficoltà a portare a termine gli impegni presi, eccessiva sensibilità nei confronti di ogni commento riguardo alla forma fisica e al cibo, estremo controllo dell’alimentazione, eccessiva rigidità, bassa autostima”.
La Casa di Cura Santa Famiglia è in prima linea nella lotta contro i disturbi alimentari
“La dottoressa Donatella Possemato, manager della Casa di Cura Santa Famiglia, ha mostrato fin subito un’attenzione particolare ai DCA, considerandoli un problema sanitario in crescente diffusione soprattutto per l’esordio sempre più precoce tra i giovani e la difficoltà di risalire alla causa scatenante del disturbo” – spiega il dottor Berardi – Grazie all’impegno e all’attività di sensibilizzazione della dottoressa Possemato alla Casa di Cura Santa Famiglia lavoriamo molto su queste problematiche, intervenendo tempestivamente con un approccio Medico-Biologico-Psicoterapeutico”.
Se non trattati adeguatamente, i disturbi del comportamento alimentare aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo che, nei casi più gravi, possono portare alla morte. “Per questa ragione all’interno della Casa di Cura Santa famiglia è attivo un servizio di consulenza nutrizionistica – spiega il dottor Berardi – Un luogo di accoglienza in un clima dove il giudizio è sospeso, un ambiente terapeutico per promuovere l’attenzione e la consapevolezza della salute psico-fisica delle pazienti”.
“Nella clinica si viene accolti in un abbraccio mentale prima che fisico laddove c’è la consapevolezza che la nascita di alcune difficoltà è anzitutto emotiva. Per questo, oltre alla nutrizionista, è attivo un servizio di consulenza psicologica che, lavorando in sinergia, aiuta le persone a riprendere coscienza del proprio corpo”.
La Casa di Cura Santa Famiglia si trova in via dei Gracchi, 134. Per avere informazioni o prenotare una prestazione sanitaria si può scrivere a info@cdcsantafamiglia.it oppure chiamare il numero 06 32 83 31.