15 Novembre 2022 - 11:23 . Scuola
Pinciano, occupati i licei Tasso e Montessori. Gli studenti: “Si torni a parlare di istruzione”
Roma si sveglia con altri due licei occupati. Dopo l’artistico ‘Enzo Rossi’ e il classico ‘Mamiani’, nella serata del 14 novembre sono stati occupati anche i licei ‘Montessori’ e ‘Tasso’, nel quartiere Pinciano.
Gli studenti e le studentesse del Montessori hanno definito il loro gesto come “l’unica possibilità di incidere nel dibattito pubblico, di fronte a una struttura scolastica che non tiene conto delle diverse singolarità, di fronte a un ministero che considera la scuola solamente attraverso il rendimento pensando sia possibile parlare di merito. Vogliamo che si torni a parlare di scuola non con l’occhiale dell’aziendalizzazione ma con la lente che mette in luce i problemi e le contraddizioni, a partire dai problemi strutturali della scuola, la questione edilizia apparentemente insanabile e il conseguente sovraffollamento delle classi. La didattica poi ha assunto e fatto propria la frontalità che ha acquisito durante il Covid, con un’educazione civica mai applicata come si dovrebbe; delle valutazioni numeriche e un esame di Stato che non tengono conto delle disparità sociali e del percorso personale di ognuno”.
Gli studenti contestano anche una “concezione aziendalista e meritocratica della scuola” e la politica del nuovo governo, “che non pone soluzioni per la crisi climatica ma interpreta come fatalità i continui disastri idrogeologici” e come “devianza ciò che è legato alla sfera della salute mentale”.
Merito, elite e istruzione sono temi che ritornano anche nel comunicato del liceo classico ‘Tasso’, pubblicato sulla pagina Instagram del collettivo. “L’aura di fascino che circonda la nostra scuola è dovuta alla fama di liceo duro e faticoso. La mole di compiti schiaccia ed eleva al tempo stesso gli studenti, che orgogliosi di questo studio si percepiscono superiori ai ragazzi degli altri istituti”. I giovani parlano quindi di “un clima di tensione che pervade le aule”, e si rivolgono direttamente al dirigente scolastico e ai docenti invitando a coltivare “un rapporto di cooperazione all’interno delle classi”. Il quadro descritto dagli studenti del Tasso è quello di una scuola in cui vige una rigida “gerarchia didattica” che crea “conflitto continuo”. La richiesta finale, quindi, è quella di una formazione non più “circoscritta”, ma che sia aperta alla città e all’intero Paese, e che si estenda anche oltre l’orario scolastico. Più spazi, più assemblee, più confronti. Meno programmi “in cambio di uno studio più appassionato e più sentito”.