16 Dicembre 2021 - 0:42 . Cronaca

Morte del carabiniere Fasano, il caso arriva a “Chi l’ha visto”: parla un responsabile del circolo dei Parioli

Eugenio Fasano
Eugenio Fasano

Le commoventi immagini di Eugenio Fasano che gioca e canta con le sue due bambine. Si apre così il servizio andato in onda su “Chi l’ha visto?” (Rai Tre) il 15 dicembre e dedicato al giallo della morte del maresciallo 43 enne portato alla luce da un’inchiesta di RomaH24 pubblicata il 5 marzo del 2021.

Il carabiniere del Trieste–Salario è deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire il 24 gennaio 2019, dopo aver disputato una partita di calcetto con alcuni colleghi al circolo Antico tiro a volo ai Parioli.  Il maresciallo – secondo la versione ufficiale – sarebbe stato stroncato da un malore. Questa ricostruzione, però, fin da subito non ha convinto i familiari, rappresentati dallavvocato Donato Santoro. Per far luce sul caso la famiglia ha presentato una denuncia che ha portato all’apertura di due diversi fascicoli: uno sul tavolo della Procura della Repubblica, l’altro su quello della Procura militare di Roma. Quest’ultima, però, ha di recente chiesto l’archiviazione e ha inviato tutta la documentazione a piazzale Clodio.

Per cercare di capire di più su quanto accaduto quel pomeriggio di inizio 2019, intanto, “Chi l’ha visto?” è andato al circolo Antico tiro a volo, dove è riuscito a parlare con il responsabile della struttura che quel giorno era sul posto: “Il ragazzo era a terra nello spogliatoio, abbiamo cercato un dottore e, una volta trovato, siamo scesi di nuovo giù. Ma siamo stati allontanati dai carabinieri“. Interpellata dalla trasmissione di Rai 3, l’Arma ha risposto di non poter rilasciare dichiarazioni sul caso, in quanto “il procedimento è ancora in corso”. Della vicenda si è occupata anche la testata “Fanpage” con una video-inchiesta pubblicata il 15 dicembre.

COSA SAPPIAMO FINORA 

Come ricostruito da RomaH24 e ribadito anche nel servizio di “Chi l’ha visto?”, Fasano arrivò in ospedale unora e mezzo dopo il presunto malore e con lesioni difficilmente attribuibili ai possibili tentativi di rianimazione avvenuti nello spogliatoio, dove avrebbe perso i sensi. Il referto parla di 12 costole fratturate, lo sterno fratturato, polmone destro perforato da tre costole con emorragia interna, asistolia (mancanza di sangue al cervello), vie respiratorie ostruite da materiale ematico e probabili ingesti”, cioè cibo. Il maresciallo presentava inoltre sulla parte sinistra sul volto segni attribuibili a violenti colpi ricevuti.

Poco tempo prima della partita di calcetto con i colleghi, inoltre, Fasano si era sottoposto a una visita di controllo con relativo ecocardiogramma. Il risultato era stato quello che si aspettava: nessun problema.

Tra gli aspetti poco chiari della morte del carabiniere, che le inchieste dovranno chiarire, c’è anche il “giallo delle ambulanze”. Sì, perché a soccorrere Fasano ne arrivano due. Ma andiamo con ordine: dopo il presunto malore nello spogliatoio, viene chiamato un medico dellArma, e solo successivamente (15,35) viene richiesto lintervento del 118. Che arriva sul posto con due ambulanze, una senza medico a bordo alle 15,44 e laltra con medico a bordo alle 15,46. Le ambulanze ripartono entrambe dal Circolo alle 16,22 e arrivano al Policlinico Umberto I alla stessa ora: le 16,30. E secondo i referti portano lo stesso paziente: paziente ignoto 14801”.

Nelle ore successive alla morte, per quanto è dato sapere, non viene eseguito alcun esame supplementare: lautorità giudiziaria non dispone lautopsia e alla famiglia viene proposta la cremazione del corpo. Proposta che viene respinta.

Ricostruire, una volta per tutte, cosa è accaduto dopo quella partita di calcetto è compito delle inchieste che continuano ad andare avanti. Quel che è certo, invece, è l’affetto sincero del Trieste–Salario nei confronti di Fasano. Il suo quartiere adottivo, infatti, il 22 gennaio 2020 ha piantato un albero in via Aterno in ricordo del maresciallo.

L’albero piantato in via Aterno per Eugenio Fasano

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