3 Ottobre 2023 - 11:33 . Degrado
“Lo stabilimento Ama di Ponte Malnome è uno zoo”. Degrado, scarsa igiene e animali selvatici: operatori pronti allo sciopero
È uno dei più grandi stabilimenti di Ama a Roma. Ospita un’autorimessa con 190 mezzi pesanti, che ogni giorno svuotano i cassonetti dell’indifferenziato, un’officina, un’area di trasferenza, uffici amministrativi, il grande inceneritore dei rifiuti ospedalieri chiuso una decina di anni fa, un depuratore delle acque. Ma nella grande area di proprietà della municipalizzata dei rifiuti a Ponte Malnome c’è anche tanto altro che da tempo angustia i 300 lavoratori che vi operano. E una parte di loro è pronta a scioperare se l’azienda non interverrà prontamente.
“Acqua calda che da anni funziona a singhiozzo, così che 4 persone contemporaneamente non possono farsi le docce, peraltro in spogliatoi dove la muffa sui muri è abbastanza evidente — ha denunciato all’agenzia Dire Roberto Meroldi, sindacalista della Cgil e lavoratore a Ponte Malnome —. Riscaldamenti spenti dallo scorso inverno e il riavvio sarà un punto interrogativo; centinaia di tonnellate di immondizia (quella della trasferenza) a meno di 50 metri dagli spogliatoi; topi, cani e gatti randagi che, insieme a cormorani, qualche volpe, zanzare e mosche sono ormai di casa all’interno delle mura, mentre immediatamente fuori dal cancello d’ingresso non sorprende più trovare cinghiali che scorrazzano”.
“Uno zoo”. Così lo definiscono spesso tanti lavoratori che hanno coniato anche un’altra espressione per descrivere ciò che vedono ogni giorno a Ponte Malnome: “città bombardata”. Perché questa è l’immagine che associano quando alzano gli occhi e vedono “i milioni di metri cubi di capannoni industriali abbandonati, al punto da sembrare ‘bombardati’. Un capannone è completamente scoperchiato da una decina d’anni quando venne rimosso l’amianto”, ha detto ancora Meroldi.
Appena all’ingresso “il biglietto da visita è rappresentato da alcune decine di mezzi fuori uso che aspettano di essere rottamati — ha continuato Meroldi — L’azienda ne ha dichiarati 32 ma da una stima di chi lavora qui ogni giorno ne risulterebbero almeno il doppio”.
Intanto, si sono susseguite le assemblee dei lavoratori della Cgil. Il centinaio di partecipanti ha dato mandato al sindacato di avviare con l’azienda le procedure per risolvere una volta per tutte la questione dell’acqua calda sanitaria: “Se non ci saranno interventi risolutivi siamo pronti ad arrivare allo sciopero”, ha detto Meroldi. La seconda richiesta è stata quella della “bonifica, e dove necessario della messa in sicurezza, di un’area divenuta una discarica a cielo aperto. Non vogliamo essere più solo spettatori di ciò che gli altri decidono di fare dell’azienda ma protagonisti del futuro di Ama”.