2 Novembre 2021 - 12:03 . Scuola
Liceo Virgilio occupato. Gli studenti: “Siamo in 300”. La preside convoca un consiglio straordinario
“Occupazione per una nuova formazione”. Il motivo della protesta degli studenti del Virgilio, storico liceo classico della Capitale, è scritto su uno striscione appeso davanti all’ingresso della scuola, in via Giulia. L’Istituto è stato occupato nella serata di lunedì primo novembre, verso le 19, a seguito di un’assemblea che ha coinvolto circa 400 studenti, raccontano i rappresentanti di istituto.
“La pandemia ha reso evidente che il modello di scuola italiana è vecchio e predefinito – spiega all’agenzia Dire uno dei rappresentanti – questa scuola produce solo malessere. È un’istituzione in cui conta solo la valutazione. Una scuola nozionistica che punisce chi resta indietro“. I giovani invece chiedono un modello diverso, “inclusivo, solidale, a misura di studente”.
Questa mattina, martedì 2 novembre, gli studenti all’interno della scuola, circa 300 secondo gli occupanti, seguiranno un corso di educazione sessuale e nel pomeriggio un dibattito sulla transizione verde. Domani si parlerà di identità di genere e società patriarcale, con un focus sulla formazione. Dopodomani è previsto invece un incontro sulle alternative al sistema capitalismo, sempre con un taglio sull’istruzione.
Oggi intanto la dirigente dell’istituto, Isabella Palaci, ha indetto un Consiglio straordinario con i docenti nella sede succursale, a corso Vittorio. “Abbiamo già parlato con la preside e con la polizia – spiega il rappresentante di Istituto – nel caso di un’azione da parte delle forze dell’ordine siamo pronti al dialogo”.
Dopo il Rossellini, l’Albertelli e il Manara, occupato giovedì scorso e liberato dopo poche ore dopo, il Virgilio è il quarto liceo romano ad occupare. All’ingresso gli studenti controllano il Green pass e non fanno entrare esterni. Dentro mascherine obbligatorie, ma negli spazi esterni gli occupanti possono abbassarle. “Il nostro obiettivo è coinvolgere più persone possibili all’interno della scuola, speriamo che anche i docenti partecipino alla protesta – dice ancora lo studente – vogliamo cambiare questo modello di scuola”.