17 Maggio 2022 - 19:12 . Cultura

Arte circolare: dieci artisti italiani per la sostenibilità. Il vincitore della prima edizione del Premio Conai è Giulio Bensasson

Giulio Bensasson, nella foto con il presidente Ruini, vince la prima edizione del Premio CONAI con l’opera “Non so dove, non so quando #0478”
Giulio Bensasson, nella foto con il presidente Ruini, vince la prima edizione del Premio CONAI con l’opera “Non so dove, non so quando #0478”

All’interno della cornice dell’Innovation for Sustainability Summit organizzato da EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability), a Palazzo Taverna prende vita la mostra di arte contemporanea Arte Circolare, promossa da CONAI e curata da Spazio Taverna.

CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha deciso di invitare alcuni esponenti della nuova generazione di artisti italiani a reinterpretare la sostenibilità ambientale in chiave artistica. Del resto il Consorzio si occupa da 25 anni di tutelare il pianeta riciclando gli imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, bioplastica e vetro.

La mostra Arte Circolare riunisce 10 artisti italiani delle ultime generazioni, selezionati da Marco Bassan e Ludovico Pratesi sulla base di un’attenzione per le tematiche dell’innovazione e della sostenibilità unita ad un curriculum internazionale.
“L’arte non va considerata come un semplice prodotto estetico, ma come il principale attivatore di processi di innovazione. Se non si investe sull’arte e non si adotta la creatività tipica degli artisti, l’economia ne soffrirà, specialmente in un’epoca in cui è richiesta una forte dose di innovazione per essere sostenibili” affermano Andrea Geremicca e Carlo Alberto Pratesi, promotori del Summit.

L’arte contemporanea è un importante veicolo di innovazione per la sua capacità di produrre visioni controintuitive e punti di vista laterali ma lungimiranti. Da tempo gli artisti si interrogano sulle questioni ambientali più urgenti portando all’attenzione del grande pubblico le sfide che la società deve affrontare per favorire uno sviluppo sostenibile sulla base dell’economia circolare.

La mostra sarà ospitata nei locali dove prende vita Spazio Taverna all’interno delle sale dove negli anni Settanta gli Incontri Internazionali d’Arte avevano invitato artisti del calibro di Andy Warhol, Joseph Beuys o Jannis Kounellis. La mostra Arte Circolare di CONAI presenta una serie di opere dove i materiali utilizzati e i temi affrontati rappresentano di fatto possibili soluzioni per proporre nuove forme creative legate alle sfide del futuro.

Oltre alla mostra, il sostegno agli artisti emergenti da parte di Conai prende forma con il Premio Conai, che riguarda l’acquisto da parte del consorzio di una delle opere esposte, selezionata da una apposita giuria, che risponde meglio ai criteri di innovazione e sostenibilità.

“Le risposte alle sfide cui ci mette davanti il periodo che stiamo vivendo possono passare attraverso le strade più diverse” commenta il presidente CONAI Luca Ruini. “Per raccontare l’economia circolare abbiamo bisogno di nuovi percorsi e nuove visioni. Come quelle dei dieci artisti che hanno partecipato ad Arte Circolare, correndo per il Premio CONAI. L’arte contemporanea, del resto, oggi può essere veicolo di simbologie e valori aziendali: per questo abbiamo voluto festeggiare i primi 25 anni del Consorzio anche attraverso pittura, scultura, fotografia e installazioni multimediali. Sono certo che sapranno sorprenderci nel raccontare il ruolo del Consorzio come attore di primo piano nella transizione ecologica”.

Il vincitore della prima edizione del Premio Conai è Giulio Bensasson con l’opera
Non so dove, non so quando #0478

Artisti e opere

Se Marco Emmanuele trasforma i frammenti di vetri colorati in rarefatti orizzonti di paesaggi marini, Bea Bonafini propone sculture in ceramica che inglobano vetri recuperati dal mare, conferendo a queste superfici modellate dalle onde una nuova estetica, che richiama forme post umane. L’opera di Diego Miguel Mirabella Terzo viaggio intorno al mondo è un oggetto di riutilizzo dove l’artista ha trasferito trame decorative provenienti da molteplici soggiorni in luoghi esotici, una sorta di contenitore stratificato che conserva memorie e ricordi.

Per Alice Paltrinieri l’impronta antropocentrica dell’uomo ha occupato tutto lo spazio disponibile: attraverso l’intersezione dei suoi percorsi quotidiani con quelli del padre, l’artista ci mostra come il semplice agire umano può produrre effetti irreversibili. L’opera di Giulio Bensasson è un’immagine che nasce dal deterioramento di una diapositiva aggredita da muffe e batteri, che l’hanno trasformata in una superficie astratta in cui la fotografia iniziale diventa irriconoscibile, mentre nella ricerca di Numero Cromatico la fusione di natura e intelligenza artificiale produce una riflessione poetica sulla fine del tempo dell’umanità, attraverso la relazione tra arte e scienza, parola e immagine. Per Guglielmo Maggini la combinazione tra polimeri plastici di colori e densità diverse genera una forma che ricorda elementi organici di natura fitomorfa che prendono vita dai processi produttivi industriali.

Il calco in gesso di un frammento di carrozzeria rimanda per Gianluca Brando ad un’estetica dello scarto, una sorta di ectoplasma di una modernità sempre più ridotta ad un mero simulacro. L’opera di Lulù Nuti Sans Horizon costruisce un’immagine che rimanda alle metamorfosi tra natura e mondo digitale (onde, urli, insetti, wifi…). Per risolvere le sfide della sostenibilità Antonio della Guardia propone una serie di esercizi, disegnati con il gesso su una lavagna recuperata, che una volta eseguiti permettono allo spettatore di ricucire il proprio rapporto con la natura circostante, ricostruendo una simbiosi che è all’origine di un mondo circolare.