29 Ottobre 2020 - 8:37 . Flaminio . Cronaca

Stadio Flaminio, il rilancio ora è più vicino: via al Piano di Conservazione

Oggi regnano immondizia, erba incolta, topi, ferri arrugginiti, senzatetto e roulotte
Oggi regnano immondizia, erba incolta, topi, ferri arrugginiti, senzatetto e roulotte

Torna la speranza, per gli abitanti del Flaminio e di tutta Roma, di rivedere lo Stadio Flaminio ai suoi antichi splendori. Il 27 ottobre, nella Sala Protomoteca in Campidoglio, è stato presentato il Piano di Conservazione dell’impianto realizzato da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60.

Con questo atto, Roma Capitale punta alla valorizzazione e al mantenimento nel tempo delle caratteristiche architettoniche e costruttive di questo simbolo del quartiere. 

stadio flaminio
Stadio Flaminio

A condurre lo studio che ha portato alla realizzazione del piano sono stati diversi dipartimenti dell’Università di Roma La Sapienza, insieme all’organizzazione no-profit Pier Luigi Nervi Project Association e all’Associazione italiana per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni, con un contributo erogato dalla Getty Foundation.

I FONDI EUROPEI

Un passo importante, quindi, ma non definitivo. C’è ancora attesa infatti per il progetto per il recupero definitivo. E, per realizzarlo, la sindaca Virginia Raggi potrebbe battere cassa al governo e chiedere finanziamenti (anche) per ristrutturare un simbolo del quartiere.

Dei 209 miliardi di euro (tra sussidi e prestiti) che l’Italia ha ottenuto dall’Europa tramite lo strumento del recovery fund – ideato per attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi tra gli stati membri – 80 potrebbero essere usati per avviare un restyling che, nelle idee del Campidoglio, durerebbe 5 anni.

La giunta Raggi ha infatti stilato un “piano di sviluppo resilente e sostenibile”, inviando al Ministero degli affari europei (presieduto da Vincenzo Amendola) e al Ministero dello sviluppo economico (presieduto da Stefano Patuanelli) 159 schede di opere e progetti che, se attuati, andranno a modificare i quartieri della Capitale, tra cui il nostro.

Stadio Flaminio oggi

 

LA STORIA DELLO STADIO

Inaugurato il 19 marzo del 1959, lo stadio Flaminio nasce dalle ceneri del vecchio e glorioso Stadio Nazionale – che aveva ospitato tantissimi incontri di rilievo e addirittura una scena del film Ladri di biciclette – demolito nel 1957.

Costruito in vista delle competizione olimpiche del 1960, il 19 marzo del 1959 – come si legge anche ne “La Storia del Flaminio” (Typimedia Editore, 208 pagine, 14,90 euro) – sul prato del Flaminio si gioca il primo incontro, una partita tra squadre dilettantistiche dell’Italia e dei Paesi Bassi, trasmesso in diretta televisiva per celebrare l’inaugurazione dell’impianto. Negli anni a seguire lo stadio vedrà disputarsi principalmente partite di rugby.

Al Flaminio si sono esibiti anche tantissimi artisti leggendari, soprattutto negli anni ’80. U2, Duran Duran, Bowie, Prince. In quel periodo, lo stadio del nostro quartiere divenne un autentico tempio della grande musica. Oggi però è inutilizzato da anni e giace in uno stato di abbandono che non rende giustizia alla sua storia.

LA STORIA DEL FLAMINIO

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