18 Febbraio 2021 - 14:34 . Flaminio-Parioli . Cronaca

Gaia e Camilla, le motivazioni della condanna a Genovese: “Faceva gara di sorpassi”

Gaia e Camilla
Gaia e Camilla

Sono state rese pubbliche il 18 febbraio le motivazioni della sentenza di condanna a 8 anni di carcere nei confronti di Pietro Genovese per l’omicidio di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, investite la notte tra il 21 e 22 dicembre 2019 a corso Francia.

Come si legge nelle motivazioni della sentenza, secondo il Gup del Tribunale di Roma, Gaspare Sturzo, “Pietro Genovese è un soggetto capace di intendere e di volere al momento del fatto”.

Genovese, continua il Gup, “innanzi a questo giudice ha reso dichiarazioni spontanee che hanno mostrato la sua capacità al momento del fatto e quella di comprendere perfettamente la gravità dei fatti e che per questi era sottoposto ad un giudizio penale”.

Per il Gup del Tribunale di Roma, “è assai elevato il grado di colpa dell’imputato, sotto il profilo del quantum di evitabilità dell’evento, essendo l’incidente frutto anche di una negligente scelta dell’imputato di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol, pur sapendo che era obbligato a non bere qualora avesse voluto condurre un’auto, secondo la sua età e per il tempo in cui aveva preso la patente”.

Pietro Genovese ha investito le due ragazze mentre erano “sulle strisce pedonali, nel tratto della terza corsia di sinistra di corso Francia, dopo che queste avevano iniziato l’attraversamento con il verde pedonale ma si erano fermate per aver notato alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo ad alta velocità tre auto impegnate, di fatto in una gara di sorpassi, che non accennavano a rallentare“, scrive il giudice.

Genovese ha “effettuato una serie di sorpassi utilizzando al contempo un cellulare con cui mandava messaggi; superando il limite di velocità in ora notturna; iniziando un ultimo sorpasso di un’auto che aveva cominciato a frenare e, poi, si era fermata”.

Il murale di corso Francia dedicato a Gaia e Camilla

Il legale della madre di Gaia von Freymann

La motivazione della sentenza di condanna di Pietro Genovese è una conferma netta della piena regolarità di condotta di Gaia e Camilla, così sgomberando definitivamente il campo da fantasiose ipotesi di attraversamento ‘azzardato’ che, in alcuni casi, null’altro hanno costituito che gratuiti e ingiustificati attacchi alla memoria delle due povere ragazze, inizialmente incluse, addirittura, in un inventato gioco di attraversamento con il semaforo rosso che non ha avuto il benché minimo riscontro processuale“, si legge in una nota pubblicata da Franco Moretti, legale della mamma di Gaia von Freymann.

“Il contribuito alla giustizia per Gaia e Camilla, che con convinzione ho cercato di offrire insieme ai colleghi di studio Simonetta Fulco, Paolo Alma e Luca Vettori, non potrà lenire il dolore della nostra assistita, la madre di Gaia, per la prematura perdita della figlia, ma – ha concluso il legale – le darà senz’altro la pace di vedere riabilitata Gaia da ineffabili insinuazioni sul suo comportamento di quella serata“.

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