12 Aprile 2021 - 14:01 . trieste-salario . Ambiente

Cocciniglia, l’allarme dell’Osservatorio Sherwood: “Villa Ada ignorata, siamo preoccupati”

Punture anti cocciniglia
Punture anti cocciniglia

La “toumeyella parvicornis” (più comunemente nota come cocciniglia) sta spaventando Roma. O almeno, chi a Roma ha a cuore la salute di uno dei patrimoni meno considerati, ovvero quello del verde verticale. Negli ultimi mesi il Comune ha trattato centinaia di pini nei nostri quartieri (in particolare a Corso Trieste e nella zona dell’Africano), ma c’è chi fa notare che un’attenzione particolare andrebbe riservata anche alle ville, in particolare Villa Ada.

I pini di Corso Trieste

“Il dipartimento tutela ambientale dovrebbe sperimentare la cura tramite punture anche lì – ci spiega Lorenzo Grassi dell’Osservatorio Sherwood – perché ci sono dei segnali preoccupanti sulla salute dei pini. Si notano molte chiome secche, uno dei sintomi visibili dell’attacco del parassita. La certezza non ce l’ho, ma è proprio per questo che gli uffici comunali dovrebbero fare una verifica, escludendo quelli che sono alberi malandati per altri motivi, magari per l’età”.

Villa Ada

Come annunciato in una lettera inviata alle associazioni ambientaliste romane, il dipartimento tutela ambientale ha ricordato tutti gli interventi effettuati nel 2020 (248 pini trattati in totale), ma non c’è Villa Ada. “Forse però sarebbe il caso – aggiunge Grassi – che questa sperimentazione venisse effettuata anche in un ambiente diverso, come una villa storica come la nostra. Siamo preoccupati per il destino dei pini di Villa Ada e vorremmo venisse inclusa nei due bandi che il dipartimento ha annunciato per il 2021. Tra l’altro siamo ad aprile, i bandi non sono stati ancora conclusi, il tempo stringe”.

Punture anti cocciniglia

L’Osservatorio inoltre fa notare che l’azione del dipartimento non è supportato dal servizio fitosanitario della Regione Lazio: “Si evince proprio dalla lettera inviata nei giorni scorsi – conclude Grassi – in cui il dipartimento ricorda che nell’ottobre 2019 c’era stato un incontro con la Regione al fine di avviare un protocollo congiunto per la lotta al parassita”. Ma come si legge nel documento, per motivi “burocratici e amministrativi, ma soprattutto per l’emergenza sanitaria sopraggiunta, non era stato possibile avviarlo”.  A quel punto il Comune ha avviato la cura in maniera autonoma, riscontrando effetti positivi anche con il trattamento contro la processionaria e “restando a disposizione del servizio fitosanitario regionale per l’avvio di un protocollo sperimentale”.

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