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Lo Zodiaco e Monte Mario, il colle che stregò Goethe: la lezione di Martina Gatti
di Martina GattiNon si placa l’ondata di commozione per la chiusura de Lo Zodiaco. Lo storico locale sulla cima di Monte Mario era amatissimo da tutta Roma. E soprattutto da chi, quotidianamente, respira l’arte e la cultura di questa città.
Come Martina Gatti, storica dell’arte, nonché autrice di diverse pubblicazioni di Typimedia e presidente di Sinopie, associazione e centro guide che lavora da anni per la promozione del patrimonio culturale Italiano. Per celebrare Lo Zodiaco, l’esperta propone alcuni cenni storici su questo luogo incantato.
Monte Mario non è uno dei colli di Roma, ma un vero e proprio monte, che, con i suoi 139 metri di altezza, domina la Città Eterna e la avvolge con un panorama mozzafiato. Nel punto geodetico di Roma, dove sorgeva un antico oratorio per tutti i pellegrini in arrivo a San Pietro, si uniscono storia, meraviglia e astronomia. Sì, perché all’interno di Villa Mellini è presente, dal 1935, la sede dell’Osservatorio astronomico di Roma e del museo Copernicano.
Anche per questo, i romani sono da sempre legati a questo luogo, meglio noto come Lo Zodiaco, dove terra e cielo si uniscono nella magia di Roma. Il panorama si estende da nord della città fino ai colli Albani, e di notte le stelle avvolgono edifici, monumenti e natura, regalandoci una vista straordinaria della cupola di San Pietro.
Goethe, nel suo viaggio a Roma nel XVIII secolo, cita Monte Mario, di cui ricorda vastità e imponenza; la sua storia inizia in epoca medievale, quando arrivano i primi pellegrini in transito sulla via Francigena, per poi divenire in epoca rinascimentale la residenza di Mario Mellini, umanista del XV secolo, nella cui villa, oggi, si trova proprio il museo astronomico.
Camminando verso Lo Zodiaco e costeggiando la sua celebre balconata si può percepire la grandezza di Roma, la sua storia, e la sua eternità.