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L’analisi: quegli interventi a Villa Ada che possono farne un parco migliore
di Guido CutilloSul Corriere di ieri Giuseppe Pullara, parlando di Villa Borghese, si esprimeva con espressioni come “degrado senza speranza” e “trascuratezza”. Leggendo l’articolo, del quale condivido le ovvie conclusioni sul potenziale inespresso del verde della nostra città, da romano del Secondo municipio ho però pensato: “Tutto a questo mondo è davvero relativo”. Se paragonata allo stato in cui versano la gran parte delle ville storiche e degli spazi verdi della città, Villa Borghese è infatti un gioiello tenuto a lucido. Villa Borghese nel suo “degrado senza speranza” è in grado di offrire ai suoi visitatori un gran numero di servizi potendo contare su bar e ristoranti anche di rara bellezza, su musei, su cinema e teatro, su affitta bici e risciò, su romantiche barche che solcano un lago incantato. Addirittura su uno zoo, o meglio, su un giardino zoologico.
E se per Villa Borghese usiamo queste espressioni, allora quali parole dovremmo utilizzare per Villa Ada, che su un’estensione ben maggiore non offre nulla se non due bar, collocati peraltro lungo il periplo a via Salaria e via Panama? Come dovremmo esprimerci di fronte alle scuderie di casa Savoia lasciate a collassare lentamente su loro stesse o confrontandoci con il totale abbandono di Forte Antenne? E quali ingiurie potrebbero risalire il nostro esofago in cerca di luce, trovandosi a passeggiare nello sfracello di via Panama, dovendo fare lo slalom tra detriti lasciati a marcire, scheletri putrefatti di panchine, muri perimetrali pericolanti, monumenti abbandonati nella savana? Quanto rischieremmo di lasciarsi andare alle più indecorose imprecazioni pensando al fatto che più di due terzi della villa sono sostanzialmente inutilizzabili se non da uno sparuto gruppo di canari (cui peraltro appartengo)?
Credo che Villa Borghese per storia e bellezza meriti la massima attenzione e tutte le cure del mondo. Eppure, ancor più urgente risulta un progetto serio e di grande respiro su Villa Ada che deve essere restituita alla cittadinanza con una fruizione più facile per tutti i diversi possibili utenti. I tantissimi edifici abbandonati possono essere ristrutturati e assegnati ai privati in cambio di soldi per il Comune e servizi per i cittadini. Le possibilità sono davvero infinite se pensiamo alla collocazione della villa in corrispondenza della congiunzione tra piste ciclabili che vengono dal centro e quelle che si snodano tra valle del Tevere e dell’Aniene. Per non pensare alla possibile apertura di un ingresso dal lato della moschea in corrispondenza con la fermata del trenino che in pochi minuti potrebbe portare anche gli abitanti del centro storico da piazzale Flaminio a godere di un po’ di verde. Alla bonifica del lago e alla sua possibile navigabilità con canoe. Alla possibilità di aumentare in modo esponenziale il numero di giostre per bambini, strutture per gli sportivi e spazi per gli anziani.
Come gruppo Urbs Urbium stiamo lavorando al progetto Salus Per Villam che ha proprio questo come obiettivo. Speravamo di essere più veloci nell’interlocuzione con le autorità competenti ma il Covid ha rallentato tutto. Ovviamente non demordiamo. Chiunque voglia aderire al gruppo e alle sue iniziative ovviamente è il benvenuto. Soprattutto in questo periodo storico più saremo più avremo possibilità di farci ascoltare.
#ilmondoin200parole
(Guido Cutillo è un economista, dirige l’Osservatorio Executive Compensation e Corporate Governance della Luiss ed è partner Ernst & Young)