Trionfale | La Storia

21 aprile 1944, la Resistenza delle donne del popolo: assalto ai forni di Prati

di Sara Fabrizi

Roma, ultimi giorni di marzo del 1944. La città, ormai da mesi, è occupata dai nazisti, martellata dai bombardamenti. È un momento durissimo, di vera disperazione. Dopo lo sbarco di Anzio, sembrava che gli Alleati dovessero arrivare subito. Ma sono rimasti là, bloccati sulla costa dal contrattacco tedesco. I giorni passano e all’orizzonte non si vede nulla, soltanto il viavai dei carri armati e delle camionette tedesche che vanno e vengono dal fronte.

La fame dilaga, feroce, tra la popolazione civile, sempre più stanca. A renderla ancora più intollerabile giungono nuove restrizioni. Il 25 marzo, infatti, il Comando Tedesco dà ordine che la razione giornaliera di pane passi da 150 a soli 100 grammi a persona. L’annuncio viene pubblicato sugli stessi giornali che comunicano la rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Si ha la netta impressione che non sia una caso. Sembra proprio una ritorsione contro i romani, un modo per mettere in chiaro chi è a dettare legge in città.

Per sopravvivere, ci si ingegna in ogni modo. Chi ha denaro da parte, può procurarsi merce di contrabbando, al mercato nero. Un circuito clandestino, parallelo a quello ufficiale, dove si può trovare un po’ di tutto, anche se a prezzi esorbitanti. Non ci sono molte altre alternative, se non la raccolta di erbe spontanee come la cicoria e l’ortica o l’uso di surrogati come la vegetina, una miscela di farine ottenute macinando varie sementi, dall’odore nauseante.

Ben presto, però, si raggiunge il punto di rottura. Sono le donne, soprattutto le madri che non sanno più come sfamare i propri bambini, a ribellarsi. La loro Resistenza prende forma negli assalti ai forni. Il 21 aprile 1944, una folla di donne del Trionfale si raccoglie davanti alla delegazione governatoriale di via Leone IV. Protestano a gran voce per le condizioni in cui si trovano a vivere insieme alle loro famiglie. Le autorità hanno sospeso la distribuzione di farina di latte e patate. Subito dopo, parte l’attacco.

L’esercente del forno collocato su via Leone IV viene costretto a consegnare tutto il pane che conserva in bottega. Anche gli altri panifici in zona, su viale Giulio Cesare, in via Vespasiano, in via Cipro, vengono presi di mira. Quando le donne arrivano in via Candia, di fronte al forno de Acutis, il proprietario decide di aprire loro le porte e distribuire gratuitamente quel che ha.

Poi si darà alla clandestinità, facendo perdere le proprie tracce.

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