27 Febbraio 2019 - 17:40 . Mazzini . Cronaca
Viale Mazzini, parla l’agronomo: “Così si poteva evitare il crollo del pino”
“Gli alberi di viale Mazzini erano stati sottoposti ad analisi fitosanitaria ed erano stati messi tra quelli da abbattere. Evidentemente ci sono stati dei segnali da parte delle piante che hanno fatto dire agli esperti che erano pericolosi. Se però, da quando vengono fatte le analisi, passano mesi prima dell’intervento, il risultato è quello che abbiamo visto lunedì”. È la denuncia dell’agronomo Pierfrancesco Malandrino, che commenta la situazione delle piante a Roma, dopo i danni causati dai forti venti degli ultimi giorni.
Sono diversi i fattori che in questi ultimi anni stanno causando la caduta di molti alberi, secondo l’esperto. “Abbiamo assistito a raffiche che raggiungevano i 120 chilometri orari, e non 40-50 km/h come scritto su molti siti. Il vento anomalo – ha sottolineato Malandrino – è il primo fattore di rischio. Inoltre, soprattutto i pini, scontano l’età. Molti sono stati piantati durante il ventennio o nel periodo del boom edilizio e scontano anni di scavi e danneggiamenti radicali. Le piante sono stressate da un punto di vista fisiologico e non sono facili da valutare. Possono avere belle chiome e poi cedere all’improvviso perché non danno segnali di malattie che invece ci sono. Per quanto riguarda invece i rami spezzati dipende dalle potature. Molte volte, anche se in alcuni casi non si può fare altro in un contesto urbano, sono tecnicamente sbagliate. C’è però una gestione complessiva delle potature che è deficitaria”.
La situazione però secondo l’esperto è peggiorata negli ultimi 10 anni. Oltre all’età delle piante c’è anche un discorso legato ai cambiamenti climatici, inquinamento e incremento dei fenomeni meteorologici eccezionali. “Con raffiche a 100 chilometri orari è normale che gli alberi cadano, alcuni sono più resistenti e altri meno. Molti pensano che i cambiamenti climatici non ci tocchino, ma gli alberi caduti in questi giorni sono la dimostrazione che non è così. Poi ci sono quegli eventi inevitabili. Se c’è un forte terremoto le case cadono, anche se magari sono state costruite con sistemi antisismici. Questo vale anche per gli alberi, in caso di venti eccezionali. Si tratta di eventi imprevedibili. È quello che è accaduto due anni fa quando ci furono venti a 180 chilometri orari che fecero cadere qualche migliaio di alberi”.
LEGGI lo speciale (a cura di Alessio Ramaccioni)
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