16 Gennaio 2020 - 14:35 . Prati . Curiosità
Via Fornovo, così trovò la morte il “Gobbo del Quarticciolo”
In via Fornovo 12, a pochi passi da viale Giulio Cesare, oggi c’è una struttura dell’Asl Roma E dedicata alla cura delle dipendenze da alcol, droghe e gioco d’azzardo. In questo stesso luogo, nel 1945, appena concluso il periodo di occupazione nazista di Roma, c’è la sede di uno strano partito: Unione proletaria. Il suo segretario è Umberto Salvarezza, conosciuto nell’ambiente come “Il Guercio”, scaltro truffatore, ultrafascista militante nelle squadracce del ras di Milano Mario Giampaoli, vero e proprio trasformista.
Capace di reinventarsi come “uomo di sinistra”, tenterà di riciclarsi nel periodo post Liberazione presentando il partitino che guida come una formazione che combatte le destre. In realtà, viene finanziato da militari, industriali e politici che vedono nella appena nata Repubblica italiana la fine dei loro privilegi. L’obiettivo vero di quest’organizzazione, che si fregia – come simbolo – di una grande stella rossa su sfondo bianco, è quello di creare tensioni, far esplodere violenze tali da giustificare un colpo di Stato. E ristabilire il caro vecchio ordine costituito.
Il 16 gennaio 1945, dalla porta di via Fornovo 12, entra un ragazzo sui 18 anni: Giuseppe Albano.
Viene dal Quarticciolo, vecchia borgata stretta tra viale Palmiro Togliatti e via Prenestina. Anche chi non lo ha mai visto di persona potrebbe riconoscerlo a prima vista: ha la schiena incurvata per la cifosi. Quest’adolescente con un cappellaccio in testa e con la pistola è il Gobbo del Quarticciolo.