18 Agosto 2020 - 16:01 . Prati . Scuola

Banchi monoposto, spazi, didattica a distanza: così si tornerà a scuola a Prati

Scuola Leopardi
Scuola Leopardi

Banchi monoposto, mascherine, ingressi, distanziamento. A un mese dal rientro a scuola, il 14 settembre, sono diversi i punti di domanda dei presidi di Prati, così come di tutta Italia, ai tempi del Covid-19. Ma come si tornerà in aula nel nostro quartiere?

La preoccupazione principale dei dirigenti scolastici, a oggi, è proprio quella legata ai banchi adibiti a un solo alunno, per rispettare il distanziamento, come conferma Giuliana Mori, preside del Tacito: “Ne abbiamo ordinati 100, ma non sappiamo se arriveranno tra fine agosto e inizio settembre, come ci è stato detto. Però potremmo riprendere le lezioni anche senza, facendo sedere un ragazzo alla volta per ogni banco che già abbiamo”.

A prescindere da questo punto, quindi, nel Tacito il piano di rientro sembra abbastanza delineato: “La nostra proposta al consiglio di istituto prevede metà studenti nelle classi e metà a casa con la didattica a distanza. Abbiamo acquisito ulteriori spazi dalla scuola Cairoli e inoltre abbiamo fatto abbattere dei tramezzi per guadagnare più posti. Inoltre gli ingressi saranno scaglionati, alle 8 e alle 9, utilizzando due diversi ingressi”.

Liceo Tacito

Più incerta, invece, la situazione all’istituto Parco Della Vittoria che comprende le sedi Leopardi (via Parco della Vittoria 30) e Belli (via Mordini 19): “Al momento siamo in stand by – spiega la preside Carla Costetti -. Abbiamo ordinato i banchi monoposto con anticipo, ma non sappiamo se la ditta rispetterà i tempi”.

Banchi a parte, però, la situazione appare piuttosto confusa: “Ci lascia perplessi la contraddizione nelle informazioni – chiosa la dirigente scolastica -. Se non ci sono i banchi, bastano le mascherine? E la scuola che responsabilità avrà? Non so se riprendere così sia fattibile”.

Ma non è tutto: “Abbiamo un problema con l’ente locale per le classi primarie – confessa Costetti -. Abbiamo aule piccolissime e necessità di spazi ulteriori. Inizialmente pensavamo di poter sfruttare le verande con padiglioni in muratura, chiuse in modalità temporanea. Ma l’ente locale non lo ritiene necessario, secondo loro gli alunni devono stare all’aperto. Ma così non è fare lezione”.