Prati | Lorenzo Porzio
Lorenzo Porzio e la sua vita tra musica e canottaggio
di Daniele Petroselli
“Giro il mondo per lavoro, mi trovo bene dappertutto ma il Flaminio e i Parioli sono casa mia”. E se a dirlo è un’eccellenza come Lorenzo Porzio, c’è da crederci. Classe ’81, fin da piccolo ha coltivato due grandi passioni: la musica e lo sport. Ed è arrivato lontano: organista e direttore d’orchestra, è l’attuale direttore dell’Orchestra Filarmonica Città di Roma e dell’Orchestra da Camera l’Armonica Temperanza. Inoltre è professore di direzione d’orchestra e coro al Convitto Nazionale di Roma (a Prati), dove ora studia anche il figlio. Dal 2014 è direttore musicale del Narnia Festival e della rassegna Musica su Roma. E poi è campione del mondo di canottaggio e medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004.
Una storia incredibile, nata qui, tra le nostre strade: “Tutta la mia formazione da musicista e atleta la devo a Roma – racconta Porzio -. Sono legatissimo alla città. Mio padre è pugliese, mia madre romana e qui è il mio cuore. Sono talmente legato a questi posti che nel 2000, grazie al canottaggio, vinsi due borse di studio, una per Harvard e una per il Mit. Alla fine però ho preferito rimanere qui, anche se in tanti mi hanno dato del pazzo. Ma alla fine ho creato tutto quello che ho sognato nella mia città e ne vado fiero”.
“Sono cresciuto a via Barnaba Tortolini fino a 20 anni, ho studiato alla Santa Giuliana Falconieri fino alle medie, poi ora invece mi sono spostato al Flaminio – ricorda -. Dall’età di 15 anni sono stato almeno sei mesi fuori per lavoro o sport. Mi sono trovato bene in tanti Paesi, ma il pensiero dominante era che tanto sarei tornato nel mio quartiere, prima i Parioli e poi il Flaminio. Sono un’estensione del mio corpo. Ho deciso di vivere qui, perché qui ritrovo sempre qualcosa di sano, d’importante. Se vissuti in un certo modo, possono darti qualcosa d’importante questi luoghi. Possono rendere un individuo forte, competitivo m anche dargli quelle giuste qualità etiche e morali”.
I primi anni di Lorenzo sono tutti legati alla musica: “All’età di 7 anni ho iniziato lo studio del pianoforte e parallelamente a 11 anni quello dell’organo sotto la guida dell’organista e compositore Lorenzo Ronci – racconta Porzio – per poi passare al Conservatorio di Santa Cecilia, luogo importantissimo per la mia formazione e la mia vita”. Ma è alla Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria a piazza Euclide che ha mosso i primi passi: “Lì dal ’96 sono stato l’organista, ma prima ho cominciato come chierichetto. E ancora oggi è la mia seconda casa”.
Poi ecco che lo sport entra nella sua vita: “Ero abbastanza grosso da bambino e mi proposero di fare canottaggio per dimagrire. Naturalmente stando ai Parioli, andai al Circolo Canottieri Aniene, dove sono tuttora allenatore. Ed è questa l’altra mia seconda casa. Da quel momento in poi mi sono diviso sempre tra musica e sport”.
Una vita piena, intensa, ma guai a parlare di sacrifici: “Perché quel termine indica qualcosa di pesante. E’ stata una vita impegnativa, fatta di tanta passione, lavoro e organizzazione. Ho sfruttato tutto il tempo e le mie energie per fare quello che mi piaceva e quello in cui credevo. Al liceo per esempio mi alzavo alle 5 per il primo allenamento, poi andavo a scuola e dopo studiavo e mi allenavo di nuovo, per poi studiare pianoforte. E’ stata la realizzazione del mio sogno, di diventare un bravo musicista e uno sportivo forte. Oggi mi sento una persona realizzata. Lavoro 20 ore al giorno ma non è un sacrifico. Faccio quello che adoro”.
E spiega il suo segreto: “Fin da ragazzino ho avuto tanti sogni. Ma l’obiettivo non è mai stato quello di diventare un campione olimpico o di dirigere un’orchestra famosa, ma di crescere. Poi nella vita è anche possibile non arrivare in alto, ma ho imparato tanto. Non conta solo dove arrivi ma come cresci. E musica e sport sono fondamentali nella crescita di una persona. Sono delle vere palestre di vita, ti insegnano quei principi di vita che nessuno ti può insegnare: il rispetto della propria persona, degli altri, il saper lavorare in gruppo e sapersi conquistare la fiducia degli altri ma anche dare fiducia agli altri, l’importanza di saper vincere e perdere ma anche rialzarti e riorganizzarti. Così si diventa adulti e più forti. Si vince una medaglia in allenamento, così come il concerto non è altro che il risultato del duro lavoro durante le prove”.
Tanti gli allievi a cui ora insegna, a partire da quelli del Convitto Nazionale. E in questo periodo di emergenza sanitaria è davvero dura: “Ci siamo organizzati, perché l’arte e la musica non si devono fermare – ammette Porzio -. Viviamo un momento delicato. Ad oggi si pensa a tutti i settori ma troppo spesso ci si dimentica di artisti, musicisti, di teatro e scuole di musica, come se l’indotto non contasse nulla. E questo mi rattrista molto, visto che noi siamo un Paese che basa molto sull’arte. Con il Convitto faccio lezioni streaming e produciamo concerti e musica registrando le parti uno alla volta per poi montare il tutto. Per il momento viviamo così, perché non è possibile fare musica insieme. E’ limitativo, perché il bello di un’orchestra e di un coro, come per un gruppo di canottaggio, è lavorare insieme. E’ bello veder crescere un prodotto insieme, dove ognuno si fida dell’altro e ognuno si sente l’anello di una catena. E sa che se solo uno cede, la catena non esiste più. Così è difficile insegnare il lavoro di squadra, ma intanto teniamo accesa la fiammella, la passione per la musica. Questo momento finirà e si tornerà a investire sul gruppo e sulla crescita unitaria del team”.