Trionfale | Francesco Ghidoli
“Che amarezza Prati e il Fonclea deserti”
“È stata la cosa migliore chiudere, per la sicurezza di tutti”. Tanta amarezza però nelle parole di Francesco Ghidoli, patron del Fonclea, storico locale di via Crescenzio, che dal 1977 anima le serate di Prati. Una chiusura però necessaria, viste anche le disposizioni del Governo di ieri, 11 marzo, per contenere l’epidemia di Coronavirus.
Ora però, da lunedì 9 marzo, il locale è tristemente vuoto. Le note che lo percorrevano ogni sera da oltre 40 anni hanno smesso di riempire l’aria. Un colpo al cuore, in tutti i sensi: “Questa poi era il momento clou della stagione – racconta a Romah24 Ghidoli – Ma era inevitabile adeguarci, sperando che la situazione passi il prima possibile. Ma ognuno è chiamato, nel suo piccolo, a dare un contributo affinchè ciò avvenga, e noi abbiamo agito di conseguenza”.
Con il Fonclea chiuso, viene a mancare anche un posto dove la musica la faceva da padrona. Uno svago che servirebbe a tanti, per non pensare al Covid-19: “Non siamo solo un locale, ma un punto d’incontro per tante persone, una piazza verrebbe da dire. Abbiamo clienti che ci conoscono da sempre. Con tanti siamo invecchiati insieme e si è creata una complicità, una familiarità unica. Ci siamo sempre raccontati le nostre vite, le esperienze. Ed è stato difficile per tutti dire basta, almeno fino al 3 aprile. Ma in tanti già mi scrivono, pensando a quando ci rivedremo. C’è voglia di tornare alla normalità, di socializzare”.
Certo è però che vedere Prati “chiuso” per Coronavirus fa impressione. Come racconta lo stesso Ghidoli: “Lo vivo tutti i giorni, è uno spettacolo desolante ora. Le pochissime persone che girano lo fanno con grande senso di responsabilità. Ma si vede negli occhi di tutti, dietro magari alle mascherine, che c’è voglia che finisca tutto al più presto. Per tornare a vivere il quartiere che tutti conosciamo”.