15 Gennaio 2020 - 16:01 . Monte Mario . Curiosità

Monte Mario, quando lo scrittore James fu rapito dal “pino più grande di Roma”

Vista dal parco di Monte Mario
Vista dal parco di Monte Mario

La città ha le sue cupole, le torri, i tetti che, da lontano, permettono di riconoscere le varie zone. Anche Prati ha un punto di riferimento unico, un monumento naturale che svetta contro il cielo, visibile a chilometri di distanza: è il pino di Monte Mario.

Il 16 gennaio 1872, lo scrittore americano Henry James, siede sotto al pino con gli occhi rivolti al cielo, come annota nel suo taccuino di viaggio “Ore italiane”. James soffre di una sorta di mal d’Italia, un amore così intenso per questi luoghi da tornare a visitarli a più riprese. Il letterato, 148 anni fa, si inerpica lungo il sentiero che porta a Villa Mellini, il parco è deserto, c’è soltanto un contadino che, dietro a un piccolo compenso, apre l’accesso al “più bel viale di lecci visto in Italia”. Seguendo il viale, si arriva al “famoso pino solitario”.

James sa bene che l’albero è un sopravvissuto: circa mezzo secolo prima, infatti, stava diventando legna da ardere.

LEGGI lo speciale (a cura di Sergio Campofiorito)