A Villa Massimo è di nuovo allarme degrado. Gli attivisti del comitato Viva Villa Massimo, che da anni monitorano l’area verde, sono tornati a denunciare la situazione di abbandono all’interno del parco, in particolare per quanto riguarda l’ex casina dei Pini, ancora chiusa per un contenzioso giudiziario. 

“L’immobile è nel degrado. Prati e alberi, inaugurati nemmeno un anno e mezzo fa (l’area è stata riaperta nel maggio del 2019, ndr), sono già secchi – denuncia in un video pubblicato sulla pagina Facebook del comitato Viva Villa Massimo, il suo fondatore, Emanuele Iannuzzi -. È inaccettabile che in uno spazio verde in cui giocano i bambini non ci siano né un punto ristoro né dei servizi igienici”.

Sulla questione è intervenuto anche Rino Fabiano, assessore al Verde del II Municipio: “Villa Massimo non è né abbandonata. Ci siamo fatti carico di trovare una soluzione per riaprire la villa dopo sei anni in cui era rimasta chiusa e lasciata nel degrado “. E sulla questione dell’ex casina dei pini: “Su quell’area c’è stato un pronunciamento giudiziario che ha espresso la decadenza della concessione precedente. Abbiamo chiesto al catasto del Comune di Roma di fornirci le informazioni corrette sulle cubature da preservare, così da poter procedere al più presto anche alla riqualificazione di quella porzione di villa”.

Il chiosco, infatti, è stato a lungo al centro di un contenzioso tra il Comune e l’ex concessionario dell’area verde per una serie di strutture che non rispetterebbero i vincoli. Nel gennaio del 2020 si è pronunciato il Tar, dando torto al gestore.

Oggi, 2 febbraio, i giardini sono popolati dai bambini: in molti, infatti, hanno scelto l’area verde per divertirsi con coriandoli e stelle filanti, che però sono stati abbandonati sul prato una volta utilizzati.

Su Villa Massimo si era espresso anche Andrea Alemanni, presidente del Pd Lazio ed ex vicepresidente del II Municipio che, in un intervista a RomaH24, aveva indicato l’area verde come una delle situazioni più urgenti del nostro Municipio, “su cui sarebbe opportuno intervenire subito”.

LEGGI l’intervista ad Andrea Alemanni