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Alemanni: “Parchi e ateneo i nostri tesori, ma serve decentrare. Pd mai con Raggi”

di Giulia Argenti

Tra gli amministratori romani del Secondo municipio, Andrea Alemanni è stato (ed è tuttora) il personaggio politico che meglio rappresenta il Nomentano, quartiere in cui è cresciuto e di cui si sente parte integrante. Lo intervistiamo nella nostra sede di viale Regina Margherita e mentre risponde alle domande, lancia spesso occhiate fuori dalla finestra. Dal palazzo della redazione di RomaH24 s’intravede infatti una parte centrale del Nomentano, dove Alemanni, presidente del Partito democratico del Lazio ed ex vicepresidente del II Municipio (rimosso nel maggio del 2019 per scelta della presidente Francesca Del Bello) conosce davvero tutto e tutti. Guarda l’ingresso della metropolitana Policlinico, ancora chiusa per lavori. “Un colpo al cuore”, sintetizza. E la fila di bar e locali un tempo pieni di studenti e adesso semivuoti: “Senza gli universitari il quartiere è in crisi”.

LE PROSSIME ELEZIONI

Tra pochi mesi si vota e avremo una nuova amministrazione di Roma e anche del II Municipio. Quali sono le tre priorità su cui il nuovo presidente dovrebbe subito intervenire?

Ci sono diversi temi irrisolti: il centro sportivo di via Como, un impianto che si trova a ridosso della stazione universitaria, la situazione del piazzale della stazione Tiburtina, che rappresenta uno snodo centrale del quartiere e di tutta la città, e poi Villa Massimo.

Tra maggio e giugno dovrebbero svolgersi le elezioni amministrative. Quali sono i suoi progetti?

In questi anni ho sempre cercato di fare del mio meglio per il bene della città e in particolare di questo quadrante. Ora ritengo sia il momento di misurarsi sulla dimensione  comunale. Contando sul fatto che il Pd costruirà un progetto ben delineato sul futuro di Roma.

Qual è il suo giudizio sui quasi cinque anni della gestione Del Bello?

Eravamo di fronte a una grande occasione. Quello che sta per concludersi, infatti, è il secondo mandato dopo la delibera capitolina del 2013 che ha accorpato i precedenti Municipi II e III in un unico territorio, il nuovo II Municipio. Se il primo mandato (quello che ha visto come presidente Giuseppe Gerace del Partito democratico, ndr) poteva soffrire le difficoltà di trovarsi ad amministrare un territorio così grande, il secondo avrebbe, invece, potuto cogliere la parte di lavoro già avviata e digerire meglio le difficoltà. Penso che ci sia ancora del lavoro da fare. Ci tengo però a sottolineare una cosa”.

Quale?

La mia è una valutazione centrata sugli aspetti territoriali, c’è poi da fare una seconda valutazione, quella politica, su cui però deve pronunciarsi ii Partito democratico, che farà le considerazioni più opportune. Collegate alle scelte che dobbiamo fare per il nome del candidato sindaco e di tutti i candidati presidenti dei Municipi.

La crisi di governo in corso ha rafforzato il rapporto tra Pd e 5 Stelle. Un’alleanza che a Roma potrebbe portare alla ricandidatura di Virginia Raggi con il supporto dem?

Come Partito democratico abbiamo sempre detto “mai con Raggi”. E si tratta di un punto fermo su cui non intendiamo fare passi indietro. Dovremmo scegliere una persona che sia davvero capace di amministrare, che non sia soltanto un nome.

La sindaca di Roma Virginia Raggi

 

COVID E EMERGENZA SOCIALE

Come definirebbe  questo particolare momento storico che il Nomentano sta vivendo?

Penso che il nostro quartiere stia subendo delle difficoltà importanti. Basta pensare che parliamo di un territorio a fortissima vocazione universitaria. Gli atenei sono vuoti, gli studenti non ci sono. E questo ha delle ripercussioni non solo per le attività commerciali, ma per la stessa vita del quartiere. Spesso si parla di movida in termini soltanto negativi, ma in realtà, potrebbe essere un’opportunità importante che andrebbe gestita e regolamentata.

Tra gli effetti della pandemia da Covid c’è stato quello di aumentare il numero di persone che vivono in povertà. Qual è la situazione nel Nomentano? Si può parlare di emergenza sociale?

L’emergenza sociale, come abbiamo visto, ha colpito soprattutto chi è in età lavorativa, ha un’attività commerciale, o si è appena laureato e non riesce a trovare un’occupazione. Una fascia di popolazione che non è molto presente nel Nomentano, che è mediamente borghese. Ma non va dimenticato che c’è un territorio che ha un anima molto popolare, ovvero piazza Bologna, dove sicuramente la crisi si è fatta sentire di più. Non parlerei ancora di emergenza sociale nel Nomentano. Ma le cose cambieranno se non arriveremo all’estate con delle soluzioni operative.

Per esempio?

Terminare il progetto di riqualificazione del piazzale della stazione Tiburtina avrebbe una forte attrattiva in termini di opportunità economiche e potrebbe portare nuova linfa vitale al quartiere, in questo momento di forte difficoltà.

 

GESTIONE DELLE AREE VERDI

Il nostro è un quartiere che vanta gioielli come Villa Torlonia e Villa Massimo, che però si trovano spesso in condizioni di degrado e abbandono. Qual è la ricetta per valorizzare il patrimonio verde?

Non esiste in tutta Europa una città che abbia un patrimonio verde così esteso come Roma. Il problema è che per questa ricchezza, la Capitale investe dieci volte di meno di molte altre metropoli europee. Bisognerebbe invertire la proporzione delle risorse, basterebbe rivedere il bilancio. Se siamo la città più verde d’Europa come possiamo non investire su parchi e ville? E poi ci sono altri due temi.

Quali?

Innanzitutto il decentramento delle aree, che potrebbe portare a una semplificazione notevole, evitando che per ogni problema si ponga la questione se sia di competenza del Municipio o del Comune. E poi dovremmo toglierci questo assurdo timore che abbiamo della gestione pubblico-privata. Villa Massimo su questo è un classico esempio di scuola contro cui ho condotto una battaglia estenuante.

Spieghi meglio.

Ritengo che la gestione pubblico-privata delle aree verdi sia l’unica soluzione per restituire dignità a ville e parchi. Ma va portata avanti con criterio, il Comune di Roma invece alterna due comportamenti opposti: passa dal demonizzare questo tipo di gestione, a creare dei monopoli assoluti e senza controllo in mano ai privati. E qui torniamo al caso di Villa Massimo, in cui il gestore privato era assolutamente fuori controllo. Ed è una situazione che si verifica molto spesso, perché il Comune non effettua sopralluoghi e non ha il polso della situazione. E così nascono gli abusi.

Villa Massimo

 

RAPPORTO TRA COMUNE E MUNICIPIO

In che modo pensa  che dovrebbe cambiare il rapporto tra Campidoglio e Municipi per migliorare la governance di Roma? In fondo il solo Nomentano ha più di settantamila abitanti: gli stessi di città come Cremona, Pavia o Caserta…

Due parole: decentramento amministrativo. È l’unica via per governare una città come Roma. Altrimenti è impossibile: sono stato nella presidenza del Consiglio dei ministri e posso dire che fare l’assessore comunale a Roma è più difficile che fare il ministro. Un Municipio come il nostro, se avesse autonomia finanziaria, sarebbe indipendente, perché ha talmente tanto potenziale da riuscire a sostenersi da solo.

Il Comune ha avviato un piano per la realizzazione di 150 chilometri di piste ciclabili transitorie che coinvolge anche il nostro quartiere. Secondo lei è la soluzione giusta per incentivare la mobilità sostenibile?

Continuo a sostenere che per la nostra città serva “la cura del ferro”, dunque potenziare la rete tranviaria. È vero che si tratta di un’operazione molto costosa, ma avrebbe un impatto notevole in termini di decongestionamento del traffico. Anche lo sharing, inoltre, è una via che a Roma potrebbe funzionare e lo stiamo già vedendo guardando le nostre strade.

 

LUOGHI E PERSONAGGI DEL CUORE

Qual è il luogo e quale il personaggio storico del Nomentano a cui si sente più legato?

Villa Massimo: penso sia un luogo centrale del nostro quadrante. Come personaggio direi Rita Levi Montalcini che abitava a viale di Villa Massimo. Non solo però: il Nomentano è il quartiere in cui in ogni angolo si incontrano tracce di personaggi che hanno fatto la storia. Ed è per questo che ci sono così legato e che penso che possa crescere ancora moltissimo.

LEGGI l’editoriale di Luigi Carletti sulla nascita di RomaH24 Nomentano


 

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