5 Maggio 2021 - 12:54 . trieste-salario . Personaggi
Umberto Scipioni, la lettera di addio: “Non piangete, il vostro sorriso è la mia pace”

“Sono Umberto, sono stato figlio, marito, padre, nonno e bisnonno e ora sono solo nella stanza accanto. Chiamatemi con il nome che vi è più familiare: papà, nonno, signor Umberto, ziUmbè. Parlatemi nello stesso modo affettuoso che avete sempre usato”. Queste parole toccanti sono l’incipit della lettera che Luciano Scipioni, figlio del super centenario scomparso il 2 maggio, ha letto al funerale del padre.

Un addio toccante, pieno di amore per la vita. L’anziano, ancora patentato, era diventato celebre nel Trieste Salario e nel Nomentano, nel dicembre 2019, quando alcuni cittadini gli avevano dedicato un ulivo di fronte all’Istituto San Leone Magno.
La lettera con cui saluta le persone prosegue così: “Non cambiate tono di voce, non assumete un’aria solenne o triste. Continuate a fare le stesse cose di sempre, sono il vostro centenario e vi lascio l’ulivo a me dedicato dagli amici del quartiere in piazza di Santa Costanza in segno di pace e di ogni bene. Non sono lontano, sono solo dall’altra parte, proprio dietro l’angolo, accanto alla mia amata moglie e ai miei genitori. Rassicuratevi, va tutto bene. Asciugate le vostre lacrime e non piangete se mi volete bene. Il vostro sorriso è la mia pace. Ho voluto e voglio bene a tutti. Umberto”.