9 Gennaio 2021 - 11:01 . FuoriQuartiere . EXTRANEWS
EXTRANEWS. Abbiamo chiesto alle ragazze dei centri massaggi romani come se la cavano con il Covid e il distanziamento
di Antonio Tiso
Eros e distanziamento. Che succede alla piccola ma fiorente industria del massaggio tantrico? Come si vive, a Roma, la crisi conseguente alla pandemia?
Tra piazzale Clodio e piazza Mazzini sono numerosi i centri che praticano massaggi sexy a pagamento. I listini delle prestazioni pubblicizzati sui siti web sono ricchi di possibilità: tantra, kundalini, body to body e romantico. E poi: a due, a tre o per coppia. Un giro d’affari elevato, prevalentemente in nero.
Con la pandemia – ci spiegano – il mercato è calato fino al 50%, ma non si è mai fermato. Perché la richiesta da parte dell’utenza maschile resiste e supera ogni paura di contagio. Dunque cosa è cambiato nella quotidianità per chi cerca questo tipo di svago sexi e per chi lo pratica?
All’ingresso negli “studi”, quasi sempre appartamenti in anonimi condomini, bisogna disinfettarsi le mani e farsi una doccia. Dopo di che inizia il trattamento, che però rispetto a un anno fa non si svolge più sui tradizionali fouton a terra, ma su lettini estetici, mantenendo una certa distanza fisica. Non c’è alternativa, spiega Antonella, massaggiatrice sulla circonvallazione Gianicolense: “A maggio abbiamo ripreso adottando molte precauzioni. Io, così come le mie colleghe, sanifico ogni giorno l’ambiente in cui ricevo. Personalmente faccio un tampone a settimana, perché la sera torno a casa dalla mia famiglia e accudisco mia madre anziana. Ho bisogno di sentirmi tranquilla”.
I prezzi non sembrano invece essere calati. Le tariffe sono le stesse del pre Covid, ma ora le massaggiatrici, almeno una volta a settimana, fanno delle promozioni, pubblicandole sul loro stato su WhatsApp. Per qualcuno il desiderio non si era placato neppure durante il lockdown, ma era impossibile trovare una massaggiatrice disponibile: “Alcuni uomini mi offrivano un extra, ma in quel periodo ero ferma”, spiega Antonella. “Il nostro è un lavoro che va sempre, ma con la pandemia tutto è cambiato. E la situazione non sembra destinata a normalizzarsi nell’immediato”, aggiunge.
Quelle che non cambiano sono invece le abitudini dei clienti, come spiega Vanessa, professionista ai Parioli: “Gli orari di maggiore affluenza sono gli stessi, così come la tipologia di uomini. La pausa pranzo e il tardo pomeriggio sono i momenti più gettonati per un massaggio sensuale. Le persone che ci contattano lavorano in zona, sono sposati, e hanno dai 40 anni in su. Ma in passato, prima del Coronavirus, mi è capitato anche di ricevere uomini di quasi ottant’anni”.
Il discorso cambia un po’ per i centri massaggi gestiti da donne cinesi, almeno stando a quanto riusciamo a farci dire: “Con il Covid abbiamo poco lavoro”, spiega Valentina (nome d’arte di una massaggiatrice orientale all’Africano). “Ora chiediamo 40 euro per un’ora. Prima 50 euro per lo stesso tempo. Se la crisi non passa, torniamo in Cina”.
Una situazione confermata dai baristi di un caffè a poca distanza: “Fino a un anno fa era un continuo alternarsi di uomini. Arrivavano circospetti e suonavano al centro massaggi cinese. Da fuori le serrande semi abbassate davano l’idea di un posto un po’ dimesso e abbandonato, ma in realtà lavoravano molto. Cosa che non avviene adesso. Si vedono sempre meno persone suonare per farsi aprire”.
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