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Reportage dal Mercato Trieste, un simbolo del quartiere dal 1934

A cura di Sara Vicarelli, montaggio video di Silvia Iacocagni

L’IDENTIKIT DEL MERCATO

Indirizzo: via Chiana 109,  Roma

Numero banchi: 66

Estensione: 1200 mq.

Affluenza giornaliera (media): 400 visitatori al giorno

Orario apertura/chiusura: 7-14

 

LE RADICI DEL MERCATO

Siamo su via Chiana. Il viale alberato che da via Salaria scende a corso Trieste, dividendo idealmente la parte più antica del quartiere – nato intorno al  Coppedè – con piazza Verbano. Non è una strada come tante via Chiana. Custode di antiche storie che affondano le radici sin dal 1926 (anno in cui venne fondato il quartiere Trieste–Salario) e residenza di tradizioni ancora oggi vive.

Ne è esempio il Mercato Trieste, una delle perle gastronomiche e sociali del luogo, disegnato dalla mano dell’architetto tedesco Konrad Wachsmann, attivo a Roma tra il 1934 e il 1938. “È un’attività molto antica – spiega il presidente del mercato Amedeo Valente –  un tempo si svolgeva lungo la strada di via Chiana, con i banchi di frutta e verdura, poi in seguito e più precisamente nel 1956, il mercato rionale è stato immesso in una struttura coperta ed è una tre le poche realtà della città ad essere autogestita da chi qui, ci lavora”.

Sono sessanta gli operatori che con i loro banchi deliziano la clientela affezionata: “Una delle tante bellezze di quest’attività – continua Valente – è che tra gli operatori abbiamo ancora qualche volto storico, persone che avevano il loro banco di specialità ancor prima che il mercato diventasse la struttura che oggi possiamo vedere”.Ma il Trieste, non è solo un agglomerato di specialità culinarie, la sua è una doppia anima: mercato tradizionale di giorno e centro attivo di integrazione culturale di sera, grazie all’idea di un “dopo mercato”. “Sentivamo il bisogno di creare delle serate gratuite per tutti i cittadini– spiega Amedeo Valente – dove potersi riunire e insieme passare momenti gioiosi all’insegna della musica e dell’arte”.

Dopo Mercato
‘Dopo Mercato’, musica ed arte a via Chiana

È dal 2016 che vengono infatti organizzate serate con cadenza mensile che esulano dalla normale esperienza commerciale del mercato, ne sono un esempio gli spettacoli di musica dal vivo, le tante presentazioni di libri e gli eventi costruiti anche in collaborazione con altre associazioni. Insomma, vivere il mercato Trieste è vivere lo spirito di un intero quartiere, con le sue usanze, le sue abitudini, la sua storia.

LE DUE FACCE DEL MERCATO, CRITICITÀ E PUNTI A FAVORE

Il parcheggio chiuso del mercato Trieste in via Chiana

Benché il mercato Trieste rappresenti lo storico punto di riferimento gastronomico e sociale per i cittadini, una spada di Damocle si è abbattuta a dicembre del 2017 sulla sua testa, creando non pochi problemi. Parliamo del parcheggio del mercato rionale, un multipiano con 420 posti auto distribuiti su tre livelli. Troppi i problemi strutturali, le certificazioni di sicurezza scadute e i lavori rallentati che sarebbero stati di competenza di Atac in quanto gestore, che hanno portato alla chiusura totale del garage quattro anni fa. “Quello che chiediamo da anni – spiega Valente – è la possibilità di cogestire il parcheggio, magari un solo piano. Perché noi qui ci viviamo, ci lavoriamo, quando abbiamo dovuto aggiustare qualcosa che interessava il mercato, lo abbiamo fatto”. Il 29 settembre 2021, dopo mesi di sit-in e battaglie da parte dei commercianti, l’Assemblea capitolina aveva approvato la variazione di bilancio per stanziare le risorse necessarie ai lavori di consolidamento strutturale del garage. Ora si attende, finalmente, il cantiere.

I PERSONAGGI: TRA VOLTI STORICI E NUOVI ARRIVATI

Gelsomina Martini e Luigi – “Gli dovevano mettere uno sgabello sotto i piedi per farlo arrivare alla cassa”. A parlare è Gelsomina Martini, storico volto del mercato Trieste che inizia così il racconto di un’avventura lunga cinquant’anni. Un viaggio che nel tempo ha condiviso con il marito Luigi: lui all’epoca ancora minorenne si destreggiava tra i banchi del bancone di verdure di famiglia, non riuscendo per la sua ancora poca altezza a contare i soldi della cassa. Poi è subentrata Gelsomina continuando l’attività insieme al marito. La signora descrive molto bene anche il cambio di clientela che il mercato ha subìto in questi anni: “Prima il consumatore puntava alla quantità, portandosi a casa quanto più poteva, oggi invece quello che si cerca è la qualità della materia prima, e qui, c’è tutta”.

Cristina Mattina – Ora c’è un bar. Ma un tempo Cristina, insieme alla sua famiglia, possedeva lo storico “Vini e Oli”, attività nata insieme al mercato stesso e considerata per questo uno dei negozi più antichi. “Ho voluto trasformare il locale in bar circa quindici anni fa – commenta Cristina – cercando però di mantenere vivo lo spirito che il negozio ha sempre rappresentato. Ancora oggi, infatti, si possono trovare diverse etichette di vini e bottiglie di olio extravergine così da accontentare i più affezionati”.

Damiano Linoti – Tra le new entry e i volti più giovani c’è sicuramente quello di Damiano che ha il suo banco di frutta e verdura da circa tre anni. L’ultimo banco assegnato è stato il suo: “un novellino del settore” si definisce simpaticamente. Damiano ha iniziato questa attività quasi per caso: il banco era infatti di un suo amico e Damiano, amante della cucina da sempre, andava ad aiutarlo di tanto in tanto, fin quando non è diventato per lui un appuntamento fisso. “Ho cercato di unire passione e lavoro racconta Damiano – e devo dire che ancora mi diverto”. Oltre allo spazio dedicato a frutta e verdura con materie prime ricercate e di ottima qualità, Damiano ha uno spazio chiamato “Sapido” dedicato ai vini (oltre 40 etichette), spezie provenienti da tutto al mondo, paste ricercate e conserve particolari.

PRODOTTI IN PRIMO PIANO

Cavoli colorati: provengono dal banco della signora Gelsomina che in inverno li vende a 2 euro al chilo. Provengono dalle terre dell’Abruzzo e arrivano freschi ogni mattina.

Anche la Verza – che si può acquistare dalla signora Gelsomina arriva direttamente dall’Abruzzo e anche questo fresco e genuino prodotto coltivato senza utilizzo di pesticidi, viene venduto a 2 euro al chilo.

Mentre le patate (sempre della signora Gelsomina) arrivano direttamente dalla Tuscia: e più precisamente da Viterbo, regno delle patate Dop.

Le patate di Gelsomina

Dalla macelleria che Giuseppe Marabitti condivide con Alfredo (detto Mimmo) arrivano tagli di carne che provengono prevalentemente da allevamenti locali e da Regioni limitrofe come Marche e Umbria. Carni di Scottona, salsicce di maiale di Acquasparta, ma soprattutto una sfilata di pronti a cuocere, come le alette di pollo impanate che aspettano sono di esser fritte e le polpette da preparare in bianco o al sugo.

Le polpette della macelleria Marabitti

Liza Islam ha il bancone più colorato del mercato da almeno vent’anni. Spezie che provengono letteralmente da tutto il mondo e legumi che arrivano da ogni parte del globo.

I legumi del banco di Liza Islam

IL TERZO TEMPO, IL TERZO SETTORE

Anche il mercato Trieste combatte l’importante battaglia contro lo spreco alimentare e la discriminazione sociale attraverso un’economia a favore dell’impiego del cibo rimasto invenduto a favore dei più bisognosi. Ogni sabato, a chiusura del mercato, un gruppo di ragazzi e ragazze che fanno parte di Recup (associazione contro lo spreco alimentare) si occupano di pesare e accatastare frutta e verdura. Valeria Feliciotti è una dei tanti volontari che si occupano di questa importantissima missione: “Tutti i sabato a chiusura del mercato veniamo qui, pesiamo frutta e verdura, li disponiamo sulle cassette che poi vengono lasciate a grandi associazioni che si occupano della ridistribuzione a chi ne ha più bisogno”.

(Montaggio video a cura di Silvia Iacocagni)

 

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