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Morte del maresciallo Eugenio Fasano: nove mesi per la verità
Come è morto il maresciallo Eugenio Fasano? La domanda, ora, non se la fanno soltanto i familiari del carabiniere, scomparso a 43 anni dopo una partita di calcetto con i colleghi. La versione ufficiale sul decesso, quella di una “morte improvvisa da sport”, non ha convinto il Giudice per le indagini preliminari Nicolò Marino, che ha disposto indagini supplementari sul caso e, per la prima volta, l’autopsia. E nemmeno il presidente della Commissione Antimafia del Senato, Nicola Morra, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al governo sul caso del maresciallo. La prossima udienza davanti al Gip è fissata per il 15 marzo 2023, ci sono dunque nove mesi di tempo per accertare la verità.
L’ULTIMA PARTITA DI EUGENIO FASANO
Tanti sono i dubbi che circondano gli ultimi tre giorni di vita del maresciallo della caserma di via Clitunno, nel Trieste-Salario. A partire da quel pomeriggio del 22 gennaio 2019, quando Eugenio entra al Circolo antico tiro a volo di via Vajna, ai Parioli, per una partita di calcetto con i colleghi. Poco prima di quell’ultimo incontro, il maresciallo si era sottoposto a una visita di controllo con relativo ecocardiogramma. Il risultato era stato quello che si aspettava: nessun problema. Fisico integro e in forma. Dopo quella partita, però, succede qualcosa che, ancora oggi, appare inspiegabile.
DUE AMBULANZE PER UN “PAZIENTE IGNOTO”
Sono da poco passate le 15, la partita è finita. Eugenio è nello spogliatoio. Ed è in questo momento che, secondo la versione ufficiale, ha un malore. A soccorrere il maresciallo viene chiamato un medico dell’Arma, e solo successivamente (15,35) viene richiesto l’intervento del 118. Che arriva sul posto con due ambulanze, una senza medico a bordo alle 15,44 e l’altra con medico a bordo alle 15,46. Le ambulanze ripartono entrambe dal Circolo alle 16,22 e arrivano al Policlinico Umberto I alla stessa ora: le 16,30. E secondo i referti portano lo stesso paziente: “paziente ignoto 14801”. Perché sono arrivate in due, se la persona da soccorrere è solo una? Ma soprattutto, perché è stato chiamato prima un medico dell’Arma e soltanto dopo il 118?
LE FERITE
Lo stato in cui il maresciallo dei carabinieri arriva in ospedale è terribile. Fasano presenta ferite molto gravi, che i familiari e il loro legale, Donato Santoro, ritengono difficilmente compatibili con le manovre di rianimazione che si sarebbero svolte nello spogliatoio dopo il malore. Nella cartella clinica risultano: dodici costole fratturate, di rottura dello sterno e versamento nello scavo pelvico, di tre costole che hanno trapassato il polmone destro creando una grave emorragia interna, tant’è che il referto parla di vie respiratorie ostruite da “materiale ematico e probabili ingesti”, cioè cibo.
Un quadro che per il dottor Donato Labella ha una spiegazione precisa: il maresciallo è stato aggredito con calci e pugni. Labella, in qualità di perito della famiglia, ha redatto una perizia medico-legale di parte, finita nel fascicolo dei documenti esaminati dal Gip. “Dopo l’esame dei dati e dei documenti visionati, nessun medico si sentirebbe di affermare, come gli illustri colleghi del CTU (Consulenza tecnica d’ufficio, ndr), che il decesso del signor Fasano Eugenio rappresenta una morte improvvisa da sport con assoluta certezza – scrive Labella nella perizia –. Non solo non c’è la assoluta certezza, ma ci sono molti dubbi”.
L’AUTOPSIA MAI FATTA
Il Gip Marino ha disposto che la pm Roberta Capponi effettui tutte le indagini suppletive necessarie a far luce sul caso, a partire dall’autopsia. Stabilendo dunque un termine di nove mesi per arrivare alla verità. Dopo oltre tre anni e mezzo, dunque, il cadavere di Fasano sarà riesumato. Finora, sul corpo del maresciallo non era mai stata svolta l’autopsia, nonostante la famiglia l’avesse chiesta immediatamente dopo il decesso all’Umberto I. “L’autopsia non richiesta e quindi non fatta ha eliminato le VERE prove per escludere anche probabilisticamente gli eventi traumatici” sottolinea anche Labella nella perizia. Perché questo esame è stato sempre negato?
COSA ACCADE ORA
Il Gip ha fissato al 15 marzo 2023 la prossima udienza per il caso Fasano. In questi mesi, dovranno essere svolte tutte le indagini necessarie a chiarire quanto accaduto veramente in quello spogliatoio. Il corpo del carabiniere, che ora è sepolto al Verano nell’area della Confraternita di carità verso i trapassati, sarà riesumato. La speranza della famiglia è che sia fatta chiarezza e si sappia, una volta per tutte, cosa o chi abbia ucciso il loro Eugenio. Che ha lasciato una moglie e due bimbe piccole, costrette a crescere senza il loro papà.
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