31 Ottobre 2022 - 15:09 . Cronaca
Università: flash-mob degli studenti con le maschere dei ministri davanti al Miur: “Nessun merito a questo Governo”
Meloni, Valditara, Bernini, Salvini. Questi alcuni dei ministri impersonati con delle maschere dagli studenti e dalle studentesse nella mattinata del 31 ottobre in un flash-mob davanti al ministero dell’Istruzione. Ogni “ministro” ha tenuto in mano un cartello con su scritto quello che per la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari è un merito nella propria carriera.
Così Valditara ha “tagliato 10 miliardi all’istruzione”, Salvini “ha scritto i Decreti Sicurezza”, Roccella “è una ministra antiabortista” e così via. Una polemica, quella dei sindacati studenteschi, che ha al centro l’aggiunta del termine “merito” al ministero dell’Istruzione. Per Rete Studenti e Udu, infatti, “non si deve ragionare di merito quando le condizioni di partenza di chi accede all’istruzione superiore e universitaria non sono le stesse e quando non si lavora per un welfare studentesco realmente funzionante in tutto il Paese. Un concetto, quindi, escludente e contrario all’idea di scuola pubblica democratica”.
Un’avvisaglia questa, insieme a molte altre, che gli studenti e le studentesse ritengono sufficiente per lanciare una mobilitazione studentesca nazionale per il 18 novembre prossimo. “Nessun merito per questo Governo” è infatti lo slogan verso questa data, alla quale aderiranno collettivi e associazioni studentesche in tutta Italia. Una data unitaria e condivisa, che servirà a mandare un segnale al Governo: gli studenti e le studentesse ci sono e sono pronte a difendere il diritto allo studio.
“I segnali che questo sarà un Governo anti studentesco sono tanti — spiegano i manifestanti —. Una serie di ministri impresentabili per il loro passato governativo e una serie di intenti dichiarati ci fanno preoccupare. Questo governo legittima una concezione meritocratica dell’istruzione e della società legata ad una visione competitiva e al culto del self-made man in cui tutto dipende esclusivamente dalla propria volontà, non sono concessi errori. Ma sappiamo benissimo che non è così: il nostro Paese è teatro di profonde disuguaglianze socio-economiche, non tutti hanno le stesse possibilità e condizioni di partenza, ogni percorso può essere costellato da differenti difficoltà. Il peso di responsabilità, le pretese di una società che impone ritmi serrati e che fa sentire inadeguati quando la propria esperienza di studio non rientra in uno standard prefissato, sono conseguenza diretta di questo tipo di narrazione classista e non democratica”.