22 Febbraio 2022 - 13:33 . Cronaca
Roma si scopre più povera e in balìa del lavoro nero: il 41% ha un reddito sotto i 15mila euro
di Daniele Magrini
Roma si scopre povera. Senz’altro più povera a causa del Covid e peraltro con un’economia condizionata in modo pesante dal lavoro . È quanto emerge dal report del direttore della Caritas, Giustino Trinci all’incontro organizzato dalla Cisl romana: “”Il 2,4% dei romani ha un reddito superiore a 100mila euro, mentre il 41,1% ha un reddito pari o inferiore a 15mila euro. A Roma il 14,1% dei cittadini è a rischio povertà e il 32,2% delle famiglie è monoreddito – ha detto Trincia – Non possiamo continuare a dare come elemosina ciò che spetta per diritto. Faccio un appello a unire le forze, per intervenire sulle cause che stanno a monte di tante condizioni di povertà, che non sono solo materiali ma anche spirituali e intellettuali”.
La necessità di una svolta anche per quanto riguarda il lavoro è stata sottolineata da Trincia: “Roma purtroppo – ha detto il direttore della Caritas – si regge in gran parte sul lavoro nero”. Un precariato diffuso, che è l’anticamera della povertà e che certamente incide in modo devastante e sulla vita e la dignità delle persone.
La pandemia ha certamente inciso profondamente su un quadro che comunque era già difficile. Il rapporto “Le nuove povertà nel territorio di Roma Capitale”, voluto dal Comune di Roma e frutto di una ricerca coordinata da Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia alla Link Campus University presentata nel luglio 2021, indicava che nel 2018 “la quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale a Roma era pari al 27,2%, il che vuol dire che oltre un residente su quattro viveva con un reddito insufficiente per poter soddisfare bisogni essenziali, a causa di condizioni lavorative precarie e/o marginali o di situazioni di inabilità lavorativa o per altri impedimenti”.
I dati presentati da Trincia, seppure con parametri diversi, evidenziano un quadro reso ancor piè pesante dal Covid. Nella ricerca coordinata da Ferrigni si sottolineò l’insorgere di un “nuovo paradigma della povertà”. Nella ricerca venne anche approntato un confronto tra i quindici Municipi della Capitale, sulla base del confronto della condizione reddituale dei residenti prima e durante l’emergenza sanitaria; e dal ricorso ai principali servizi di aiuto quali il reddito di cittadinanza, i buoni spesa e l’esenzione dal pagamento di alcuni servizi per le fasce più deboli: “Il primo cluster – fu scritto nell’indagine – è costituito dai Municipi IV, V e VI, nei quali il rischio per famiglie e individui di incorrere in situazioni di povertà assoluta/relativa era più alto della media ancor prima che iniziasse l’emergenza sanitaria, complice un più basso livello di reddito (pari a circa la metà di quello percepito dai residenti nei Municipi I e II). Famiglie economicamente più vulnerabili, dunque, molte delle quali è plausibile pensare che abbiano vissuto già prima del Covid forme più o meno gravi di disagio sociale”. Oggi, però, i dati resi noti dal direttore della Caritas evidenziano un quadro generalizzato allarmante: Roma è più povera e in gran parte dipendente dal lavoro nero. C’è di che correre ai ripari. Quanto prima.