“Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente responsabile nazionale di Forza Nuova e capo romano del movimento di estrema destra, sono tra le persone arrestate nel corso della notte in relazione agli scontri avvenuti a Roma“.

Lo comunica in una nota il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. “Insieme alla Ministra Lamorgese – conclude – auspico che tutte le forze politiche esprimano ferma e incondizionata condanna contro inammissibili manifestazioni violente che nulla hanno a che fare con la legittima espressione del dissenso“.

Entrambi i leader di Forza Nuova sono stati arrestati, insieme ad altre dieci persone, per gli scontri di sabato 9 ottobre, in cui è stata anche messa a ferro e fuoco la sede della Cgil. Tutti e due erano in prima fila a guidare l’attacco, dopo aver raccolto per mesi la rabbia dei manifestanti contro Green pass, vaccini e mascherine.

Ma chi sono Roberto Fiore e Giuliano Castellino? Ripercorriamo qui le loro storie.

ROBERTO FIORE

Romano, 62 anni, è il leader nazionale e fondatore, insieme con Massimo Morsello, di Forza Nuova. Lega, fin da giovane, il suo nome agli ambienti di estrema destra. In particolare a Terza posizione, sciolta nel 1982. Negli anni 80 fugge in Inghilterra per sfuggire a un ordine di cattura emesso in merito alle indagini sulla strage di Bologna di cui fu dichiarato estraneo. Vive a lungo nella latitanza, diventando un ricco imprenditore, finché nel 1999 i reati di cui era accusato cadono in prescrizione e può rientrare in Italia da facoltoso uomo d’affari.

Nel 2001 esordisce alle elezioni politiche, ottenendo meno dell’1%, nel 2008 entra a far parte del Parlamento Europeo in sostituzione di Alessandra Mussolini. Nel 2013 Forza Nuova partecipa alle elezioni politiche in autonomia, Roberto Fiore è candidato premier e ottiene 0,26% dei voti sia alla Camera che al Senato. Il risultato del 2019 è stato ancora peggiore: 0,15%.

GIULIANO CASTELLINO

Anche lui romano, 44 anni, Castellino è tra gli esponenti di spicco del mondo dell’estrema destra. Nel 2013 è dirigente della Destra di Francesco Storace e prima ancora segretario romano di Fiamma Tricolore. Nel 2019 è stato condannato a cinque anni e sei mesi per l’aggressione a due giornalisti de L’Espresso, un reporter e un fotografo, insieme a Vincenzo Nardulli. Sei anni fa era stato fermato per possesso di droga, ma il giudice aveva poi deciso che la cocaina trovata nel motorino fosse per uso personale. Il 13 settembre scorso, inoltre, aveva ricevuto un Daspo (il terzo): fa il tampone: quello è consentito dalle regole del suo movimento di protesta, aveva spiegato a Repubblica). È stato inoltre raggiunto dalla misura delle sorveglianza speciale, ha il braccialetto elettronico e non potrebbe partecipare a manifestazioni politiche.

Durante la protesta del 9 ottobre alcuni manifestanti hanno minacciato e aggredito anche alcuni giornalisti che erano lì per documentare gli scontri. Una ventina di No Green pass, inoltre, hanno assaltato e devastato il pronto soccorso del Policlinico Umberto I, dopo il ricovero di uno dei fermati, in evidente stato di alterazione.