3 Giugno 2022 - 13:43 . Cronaca
Peste suina, i casi salgono a 19. D’Amato: “Prosegue il monitoraggio”
Salgono a 19 i casi di peste suina. Sono 18 nell’area di Roma e uno nella provincia reatina. La comunicazione, arrivata dall’Istituto Zooprofilattico, è stata poi diffusa dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, che precisa: “Prosegue l’attività di controllo e monitoraggio nelle aree perimetrate. È indispensabile adottare piani di riduzione della pressione dei cinghiali”.
Una situazione che spinge la Coldiretti Lazio a lanciare un appello: “È necessario intervenire con la massima urgenza, perché a rischio non c’è solo la filiera suinicola, ma anche altre realtà, come quella zootecnica. Il divieto di movimentazione su fieno e paglia fuori dalla zona rossa in cui vengono prodotti, metterà in difficoltà le aziende agricole e soprattutto quelle zootecniche” spiega il presidente David Granieri, che torna a sollecitare interventi urgenti sia a Roma che a Rieti, dove la settimana scorsa è stato trovata la carcassa del primo cinghiale infetto.
Lo stop alla movimentazione di paglia e fieno è arrivato a seguito dell’insediamento della cabina di regia per gestire l’emergenza Peste suina, che coinvolge il ministero della Salute, il Prefetto, la Regione Lazio, il Comune e le forze dell’ordine. “La decisione in merito alla distruzione di paglia e fieno è assolutamente facoltativa – precisa Granieri – e non c’è alcun obbligo in merito. Una misura restrittiva, che provocherà serie difficoltà economica alle aziende agricole e soprattutto zootecniche, che si trovano all’interno della zona rossa. Ecco perché è necessario intervenire con la massima urgenza”.
Lo step successivo sarà quello di procedere con un piano di abbattimento selettivo per ridurre il numero di ungulati sul territorio. “Bisogna attuare con celerità tutti gli strumenti necessari per impedire il propagarsi del virus e fermare il contagio – prosegue Granieri – altrimenti le conseguenze saranno gravissime con un impatto devastante sull’economia e sul futuro delle nostre aziende”. Cresce la preoccupazione non solo per gli allevamenti suinicoli del Lazio, ma anche per le aziende agricole e in particolare per quelle zootecniche. “Aziende che sono già alle prese con l’aumento dei costi delle materie prime – prosegue Granieri – le ripercussioni del conflitto in Ucraina e la crisi determinata dalla pandemia”.