5 Agosto 2021 - 11:21
Maxi confisca per Balini patron del porto di Ostia: “Legato a clan Spada e Fasciani”
Scatta la confisca del patrimonio di Mauro Balini, patron del Porto turistico di Roma. L’imprenditore romano, operante principalmente sul litorale ostiense nel settore turistico e immobiliare, fu arrestato dalle fiamme gialle nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.
I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito il decreto di confisca, emesso dalla Corte di Appello e divenuto definitivo dopo la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, dell’ingentissimo patrimonio mobiliare e immobiliare di Balini. Valore stimato: oltre 460 milioni di euro.
I successivi approfondimenti condotti dagli specialisti del Gico (Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata) del nucleo di polizia economico-finanziaria sul reticolo societario riconducibile a Balini, anche tramite imprese estere o intestate a familiari o compiacenti prestanome, hanno portato alla scoperta di una disponibilità di beni, da parte del patron del porto turistico di Ostia, in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati.
Parte di quei beni, secondo quanto ricostruito, sarebbe inoltre riconducibile ai delitti contestati. Inoltre, sono stati accertati rapporti con esponenti delle organizzazioni malavitose di Ostia, come i clan Fasciani e Spada, ad alcuni dei quali Balini concedeva, a prezzo irrisorio o addirittura a titolo gratuito, la gestione di attività negli stabilimenti balneari o del parcheggio interno alporto turistico.
Il decreto è stato eseguito nella mattina di giovedì 5 agosto. Lo Stato ha acquisito in maniera definitiva la quasi totalità di quanto sottoposto a sequestro e a confisca di primo grado, rispettivamente, nel 2016 e nel 2019, vale a dire: quote societarie, capitale sociale e intero patrimonio aziendale di 13 società; 522 unità immobiliari e 28 terreni situati a Roma, per lo più facenti parte del complesso Porto turistico di Roma, che ha continuato ad essere operativo, dal 2016, sotto il controllo di amministratori giudiziari; 6 autoveicoli; crediti societari e disponibilità finanziarie.