16 Settembre 2021 - 19:05
Garbatella, il Consiglio di Stato annulla l’aggiudicazione della piscina comunale. Esulta la Lazio Nuoto
Svolta sul caso della piscina comunale della Garbatella, per decenni gestita dalla Lazio Nuoto. Il Consiglio di Stato ha di fatto escluso la società sportiva dilettantistica Maximo dalla gestione dell’impianto sportivo di via Giustiniano Imperatore, che era stato messo a bando dall’amministrazione Raggi circa due anni fa.
Per la Lazio Nuoto è una vittoria che potrebbe portare presto alla riassegnazione dello storico impianto. Le motivazioni dei giudici sono contenute in una sentenza: il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha accolto l’appello della Lazio Nuoto. I giudizi scrivono che “il provvedimento di aggiudicazione va annullato e disposta l’esclusione di SSD Maximo dalla procedura di gara per violazione dell’art. 5 del disciplinare di gara: il gruppo imprenditoriale cui la società è riconducibile è, infatti, già titolare di due concessioni di impianti sportivi di proprietà comunale (l’aggiudicazione porterebbe all’acquisizione di un terzo impianto)”. Il rischio di concentrazione di impianti è stato dunque fatale per la Maximo. Rigettato del tutto e considerato irricevibile dai giudici l’appello della società.
L’avvocato della Lazio Nuoto, Daniele Sterrantino, ha commentato la decisione del Consiglio di Stato dicendosi “molto soddisfatto per la sentenza, che giunge dopo una battaglia giudiziaria lunga e dispendiosa durata anni, e che è stata resa ancor più difficoltosa dall’atteggiamento quasi ostruzionistico di Roma Capitale. Finalmente sono state accolte le nostre ragioni, ed in particolare quella che evidenziava l’elusione della norma voluta dalla stessa amministrazione di non avere una concentrazione degli impianti sportivi capitali ad uno stesso soggetto imprenditoriale. Norma voluta a parole, ma smentita nei fatti”.
Anche l’avvocato Renato Siniscalchi, vicepresidente onorario della Lazio Nuoto, ha commentato la sentenza: “Le certezze dell’amministrazione Raggi si sgretolano di fronte alla sentenza tombale del Consiglio di Stato, che riporta le cose al loro posto, come era giusto che fosse. Contro di noi c’è stato un accanimento immotivato”.
Soddisfazione ha espresso anche il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri: “Un bando nato male e finito peggio – scrive –. L’umiliazione di una società storica e il disprezzo di un servizio pubblico a discapito dei tanti, tantissimi frequentatori e del territorio.Bastava ascoltare il convegno in Municipio, le manifestazioni in Campidoglio, le raccolte firme, gli atti formali, le iniziative di solidarietà. Bastava accorgersi che uno sgombero forzoso di un impianto sportivo comunale virtuoso era un precedente che non dovevamo vedere. Bastava evitare i comunicati contraddittori e i post sui social di una giunta comunale disastrosa”.