27 Settembre 2021 - 13:43 . Cronaca

Elezioni, 5 domande sul futuro di Roma. Corrado (Attiva Roma): “Trasporto pubblico ecologico e turismo di periferia”

Margherita Corrado
Margherita Corrado

Promozione di un turismo che porti i visitatori a scoprire anche le periferie, bus elettrici ed efficientamento della macchina amministrativa centrale: queste alcune delle linee guida di “Attiva Roma” per il futuro della nostra città. Come spiegato dalla senatrice del Gruppo misto Margherita Corrado, candidata sindaca di “Attiva Roma” alle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre. A cui abbiamo fatto cinque domande su come migliorare la Capitale.

RIFIUTI

La situazione dei rifiuti a Roma è critica. Cosa dovrebbe fare il futuro sindaco per cercare di risolvere questa emergenza?

“Il passaggio dall’economia lineare a quella circolare e rigenerativa è ormai obbligato. Ridurre la produzione di rifiuti grazie alla raccolta differenziata spinta, effettuata porta a porta, che li separa per categorie e, nell’ottica dei materiali post-consumo, li avvia in appositi impianti e poi li reimmette sul mercato, riducendo al minimo la percentuale di ciò che va incenerito o avviato a discarica, mentre tratta l’umido nei biodigestori aerobici o anaerobici, è un obiettivo prioritario che proponiamo di raggiungere riattivando l’ottimo progetto dall’ex assessore Pinuccia Montanari, come da delibera di Giunta n. 47 del 2017.Roma non può permettersi quel costo pro-capite di circa 300 euro annui sulla posta di bilancio Sviluppo sostenibile e tutela del territorio che ha dal 2016 in qua, spesa maggiore che in qualsiasi altra grande città italiana. Il problema va dunque affrontato in modo strutturale e organico, non proponendo gli inceneritori come soluzione miracolistica né punteggiando i 121 comuni della città Metropolitana di discariche e di Tmb in mani private. S’impone, perciò, che Ama sia messa nella condizione di dotarsi degli impianti per il trattamento delle diverse tipologie di materiali post consumo che le consentiranno di chiudere il ciclo, riducendo a quantità infinitesimali i conferimenti in discarica”. 

TRASPORTI

A Roma il trasporto pubblico presenta numerose criticità. Per dirne una: le stazioni della metro di Castro Pretorio e Policlinico sono chiuse da quasi un anno. È possibile migliorare la situazione dei trasporti, favorendo forme di mobilità più sostenibili dell’auto?

“In tema di mobilità, è sperabile un significativo abbattimento delle emissioni climalteranti, impegno che il sindaco di Roma (Virginia Raggi, ndr) ha assunto ufficialmente firmando il Paesc (Patto dei sindaci per il clima e l’energia), solo riducendo il numero di veicoli alimentati da combustibili fossili per favorire l’affermarsi dell’elettrico, dell’ibrido, delle energie alternative in genere. Entro il 2035, del resto, non sarà più consentita la circolazione di veicoli ‘tradizionali’. In tema di riconversione, i mezzi pubblici devono dare il buon esempio ma è indispensabile innanzi tutto che restino pubblici, ed essi vanno senz’altro incrementati (quelli su ferro in particolare) rendendoli al contempo capillari, così da non trascurare le periferie, ed efficienti. L’intermodalità, che auspichiamo non trascuri neppure il Tevere, è un’altra chiave di volta per migliorare la situazione inducendo un cambiamento di abitudini ormai irrinunciabile: i romani devono lasciare a casa l’auto privata e utilizzare i mezzi pubblici rinnovati nei termini detti sopra. Pensiamo a servizi pubblici di qualità, dunque, ed una nostra ipotesi in tal senso riguarda specificamente i taxi, mentre rifuggiamo da proposte ingannevoli come quella che, agganciandosi alla cosiddetta mobilità dolce, promuove il Gra delle biciclette, esteso per 44 chilometri, che in realtà non alleggerirebbe il traffico capitolino e men che meno realizzerebbe il sogno di Antonio Cederna, come talvolta si legge, ma è pensato come infrastruttura vera e propria, aperto ai veicoli elettrici, praticabile in doppio senso di marcia e soprattutto con facoltà di attraversamento nelle aree archeologiche, monumentali e nei parchi storici: un inganno, insomma, perché pensato non per i romani ma per quei flussi turistici famelici su modello pre-Covid che non speriamo di rivedere”.

CULTURA

Il Covid ha colpito duramente i luoghi della cultura: molti cinema e teatri della nostra città sono in crisi, alcuni hanno scelto di non riaprire. A Roma, inoltre, si stima che in dieci anni abbiano chiuso almeno 223 librerie. Come si può aiutare la cultura a ripartire?

“In tutto il mondo il nome di Roma è sinonimo di civiltà e del primato che l’uomo occidentale riconosce alle arti, dunque alla cultura. Questa dà al cittadino gli strumenti per leggere ed elaborare la realtà, rendendolo libero e capace di contribuire all’evoluzione della società anche mediante le scelte – compito della politica – utili ad assicurare equità e benessere collettivo. Sminuire il valore della cultura, come purtroppo accade non riconoscendo che nominalmente i suoi luoghi come erogatori di servizi essenziali, ed anzi mortificandoli (com’è stato in particolare per i teatri da ben prima e per ragioni indipendenti dal Covid-19), escludendola dalle campagne elettorali così come dalle poste del bilancio degli enti locali, significa mortificare quella sorta di lievito che continuamente genera pensieri ed azioni volte al progresso spirituale, morale e materiale dell’individuo e del corpo sociale. Occorre dunque ribaltare la scala dei valori oggi corrente per mettere la cultura al vertice e consentirle di orientare verso l’umano tutte le decisioni. Roma è la città da cui questa rivoluzione può e deve partire, perché la conservazione e il recupero del passato consentano di realizzare le promesse del futuro”.

TURISMO

La pandemia ha portato anche a una notevole riduzione del turismo, mettendo in crisi ristoranti, hotel e musei. Eppure il patrimonio storico-artistico è una delle maggiori ricchezze di Roma: come si può rilanciarlo?

“Prima di desiderare il ritorno dei flussi turistici pre-Covid e cercare di attrarne di nuovi, bisogna, approfittando dei tempi lenti di recupero imposti dalla pandemia, ripensare la politica turistica della Capitale, anche nella prospettiva del Giubileo del 2025. È necessario abbandonare l’approccio consumistico che riversa decine di migliaia di persone solo in centro storico, rischiando di consumarlo e al contempo di rubarne l’anima, vuotandolo di residenti e annientando le attività commerciali non strumentali al fenomeno (compresi negozi e botteghe storiche), per ridistribuire le presenze nei 15 Municipi, sia perché i turisti vi alloggino sia perché godano della rete dei percorsi di visita (esistenti e da costruire). Tutti e 15, infatti, sono dotati di elementi di attrattività per chi voglia conoscere la storia della città e fare esperienza diretta delle testimonianze materiali che, dall’ottavo secolo a.C. ad oggi, questa raccoglie e conserva. Un maggiore coordinamento tra le varie centrali di responsabilità amministrativa favorirà senz’altro una più completa e corretta fruizione dell’immenso patrimonio culturale di Roma da parte dei visitatori ma anche dei residenti. L’appeal di Roma è infatti inestinguibile per chiunque sia di cultura occidentale o, avendo una diversa matrice, sia attratto dalla nostra civiltà, che proprio da Roma si è irradiata e in riva al Tevere ha concentrato, per oltre 2 millenni, il maggior numero e la più alta qualità di opere che testimoniano, come già detto, il primato riconosciuto dalla nostra cultura alle arti. Tutti, perciò, vogliono conoscere Roma e contribuire alla conservazione del suo patrimonio. Acquistare tale consapevolezza, da parte dei cittadini e dell’Amministrazione, significa orientare tutte le scelte in modo conseguente e questo non può che favorire e incrementare l’afflusso costante in città di studiosi e turisti”.

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

Roma è divisa in 15 Municipi che per estensione e densità abitativa rappresentano delle vere e proprie città. Spesso i minisindaci hanno lamentato di non riuscire a gestire i problemi dei propri territori a causa di competenze ridotte e e risorse scarse. Come dovrebbe cambiare il rapporto tra Comune e amministrazioni territoriali?

“L’efficientamento della macchina amministrativa centrale è l’obiettivo strutturale al quale tendere, a nostro avviso, invece di assecondare la tentazione di cedere percentuali di responsabilità alle amministrazioni territoriali per replicare, in tono minore, l’autonomia regionale. Il passaggio di alcuni compiti e relative risorse ai singoli Municipi è tuttavia auspicabile in casi specifici, tant’è che nel programma di “Attiva Roma”, tornando ai rifiuti e sempre sulla scorta della delibera di Giunta 47/2017, prevediamo le Ama di Municipio, e in tema di gestione del verde pubblico auspichiamo, insieme al rilancio del glorioso Servizio Giardini capitolino, una decentralizzazione che consenta di intervenire con puntualità e ‘su misura’ in relazione alle diverse realtà territoriali, pur mantenendo la regia centralizzata indispensabile per tutelare uniformemente le alberature storiche e quelle di pregio (che a Roma mancano ancora di appositi elenchi), così come per affrontare sfide difficili quanto urgenti come il contrasto alla cocciniglia tartaruga che mette a rischio la sopravvivenza di tutti i pini di Roma, veri e propri monumenti vegetali”

 

RomaH24 ha proposto a tutte le liste candidate in consiglio comunale di presentare la propria idea di Capitale del futuro rispondendo a cinque domande su rifiuti, trasporti, cultura, turismo e decentramento. La redazione pubblicherà le risposte di tutte le liste che vorranno aderire all’iniziativa.