26 Gennaio 2022 - 12:52 . Cronaca
Blitz del collettivo OSA al Liceo Argan: protesta contro le sanzioni agli studenti in lotta
Un gruppo di studenti e studentesse del collettivo OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), insieme a rappresentanti del sindacato USB, hanno manifestato fuori dal liceo artistico ‘Argan’ di Roma contro quello che definiscono “l’ennesimo atto repressivo nei confronti degli studenti in lotta”.
“Circa 60 studenti che avevano animato le mobilitazioni di protesta contro il Governo Draghi – hanno scritto in un comunicato – per un nuovo modello scolastico e per un rientro realmente in sicurezza, sono stati puniti con sanzioni che prevedono fino a 25 giorni di sospensione con obbligo di ‘lavori socialmente utili’ all’interno della scuola. La risposta a chi richiedeva sicurezza nelle proprie scuole è, quindi, paradossalmente, l’obbligo di svolgere mansioni lavorative senza alcuna garanzia di sicurezza e privi dei dispositivi di protezione adeguati; ciò è tanto più grave alla luce della disastrosa situazione pandemica attuale.
I giovani sono obbligati a mansioni – scrivono ancora gli studenti del Collettivo Osa – , quali la sanificazione e la pulizia degli ambienti scolastici che nella logica di chi le ha comminate dovrebbero indurre alla redenzione”.
Secondo i manifestanti, invece, si tratta di una forma di “sfruttamento che sostituisce il lavoro dei sempre meno numerosi collaboratori scolastici”. “Ciò avviene nell’ottica, ormai promossa dalle decine di scuole che stanno applicando la stessa politica (‘Albertelli’, ‘Maiorana’, ‘Plauto’ etc.), di formazione allo sfruttamento, la stessa logica che pochi giorni fa ha portato all’omicidio di Lorenzo”, accusano.
“La crescita culturale non rientra invece tra le priorità di chi, nonostante circa due anni di didattica persa a causa dei provvedimenti presi dai governi, traduce sanzioni disciplinari in ulteriori ore di lezione sottratte- concludono- Chiediamo pertanto la revoca delle sanzioni comminate poiché riteniamo che le problematiche degli studenti non vadano affrontate con la repressione ma attraverso una trasformazione radicale della scuola e dei suoi obbiettivi“.