“No alla riforma del catasto. L’aumento del valore delle case inciderà inevitabilmente anche sui servizi e le agevolazioni richieste dalle famiglie, dagli asili nido alle borse di studio. Una stangata inaccettabile, soprattutto in questo momento di crisi economica”. E’ il tweet con cui Enrico Michetti, candidato del centrodestra a sindaco di Roma, ha aperto la giornata sui social.

No alla riforma del #catasto. L'aumento del valore delle case inciderà inevitabilmente anche sui servizi e le agevolazioni richieste dalle famiglie, dagli asili nido alle borse di studio. Una stangata inaccettabile, soprattutto in questo momento di crisi economica. pic.twitter.com/tgTmsuG9hJ

— Enrico Michetti (@EnricoMichetti) October 7, 2021

Michetti, che parte con qualche punto percentuale di vantaggio nei confronti di Roberto Gualtieri, ha scelto una tematica di carattere nazionale per questo primo “cinguettìo” verso il ballottaggio. In molti, nei commenti, gli hanno più o meno caldamente consigliato di scegliere tematiche più legate ai problemi della città: sicurezza, viabilità e gestione dei rifiuti in primo luogo.

Ma quella di Michetti non è un a scelta casuale: alla luce del derby interno al centrodestra tra Lega e Fratelli d’Italia, il candidato sindaco del centrodestra indicato dalla Meloni, ha bisogno di compattezza anche con gli altri alleati, a cominciare da Salvini. Proprio il leader della Lega è in queste ore impegnato in una martellante offensiva sulla riforma del catasto che pure è misura voluta dal Governo di cui la Lega fa parte. Ma prima con la “fuga” dei ministri leghisti dalla riunione dell’Esecutivo in cui si è dato il via libera al processo di riforma, poi con il bombardamento mediatico, Salvini vuole strategicamente rimarcare le sue differenze pur rimanendo all’interno della compagine di governo. Ed è evidentemente nel nome di una solidarietà di coalizione che Michetti ha scelto la questione del catasto come tema del primo tweet di giornata. In attesa di misurarsi, nel summit convocato dalla Raggi con gli aspiranti alla successione, con le priorità più prettamente capitoline.