Parioli | La storia

Villa Ada, settantasei anni fa l’arresto di Benito Mussolini

di Claudio Lollobrigida

Alle cinque del pomeriggio del 25 luglio 1943 il regime fascista conosce il suo atto finale. Settantasei anni fa Benito Mussolini veniva deposto e arrestato.

Il tutto accade a Villa Ada, dove dimora il re Vittorio Emanuele III. Il duce viene convocato e si presenta in abito borghese, come richiesto dal monarca stesso. Un dettaglio che insospettisce, e non poco, Rachele Mussolini, che mette in guardia il marito da brutte sorprese. Ma il suo destino è già segnato.

Il giorno prima, quattro anni dopo l’ultima volta, era stato convocato il Gran Consiglio del Fascismo. E lì, ad attendere il duce, c’erano i 28 membri del più importante organo del partito. Il primo a prendere la parola è Mussolini che, per circa tre quarti d’ora, aveva ribadito la necessità di rimanere fedeli all’alleato tedesco.

Poi era stato il momento dell’ordine del giorno presentato da Dino Grandi, sottosegretario del ministero dell’Interno. Chiede apertamente che il duce si ritiri, riconsegnando il comando delle forze armate al re. E, alle 2.30 di quella notte, la votazione e la decisione finale, con la proposta di Grandi accolta dal consiglio.

E il 25 luglio, appunto, la convocazione a Villa Ada. Prima dell’inevitabile epilogo, Mussolini si intrattiene con il re per venti minuti, durante i quali Vittorio Emanuele III gli comunica che il suo posto sarebbe stato preso dal maresciallo Pietro Badoglio. È tutto. Al duce non resta che scendere i gradini della residenza, dove viene fermato dal capitano dei carabinieri Paolo Vigneri, che ha il compito di sottrarlo a possibili violenze da parte della folla.

Dopodiché Mussolini viene caricato su un’autoambulanza senza contrassegni. La sua destinazione è la prigionia a Campo Imperatore.

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