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Il Municipio scrive al Comune per il destino dell’ex Zecca
di Claudio LollobrigidaRiqualificare piazza Verdi e ottenere maggiori dettagli sul restyling – tuttora in corso – del palazzo dell’ex Poligrafico e Zecca di Stato. È questo l’obiettivo della mozione presentata venerdì 12 luglio da Carlo Manfredi, capogruppo del PD nel II Municipio, e approvata dal Consiglio.
Ma qual è la ragione di questa iniziativa? Partiamo dal 2010, quando l’Istituto Poligrafico si è spostato definitivamente nella nuova sede di via Salaria 691, lasciando il palazzo dei Parioli inutilizzato da allora. L’edificio di sette piani sarebbe dovuto diventare un hotel di lusso, realizzato dalla società cinese Rosewood Hotels and Resorts International, controllata a sua volta dalla World New China Land. Tuttavia, dopo l’accordo preliminare sottoscritto nel novembre 2015, lo scorso giugno si è verificata la rinuncia definitiva al progetto da parte dell’azienda asiatica.
Poi più nulla: a oggi, il destino di quest’area di circa 17.000 m² – uno degli esempi più rappresentativi dell’architettura Liberty a Roma – è ignoto. Da qui, l’esigenza da parte del Municipio di interpellare il Comune per saperne di più.
Nella mozione si legge che la società Residenziale Immobiliare 2004 SpA, controllata al 75% da CDP Immobiliare Srl (a sua volta interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti SpA) e al 25% da Finprema SpA, è il soggetto impegnato nella valorizzazione del palazzo, di proprietà dello Stato italiano. La stessa Residenziale Immobiliare 2004 che firmò, nel novembre 2015, l’accordo con la società cinese.
“Nel giugno di quell’anno – spiega ancora Manfredi nel documento – fu dato l’avvio alla prima fase dei lavori, con lo svuotamento dell’edificio dai macchinari abbandonati e la realizzazione, sotto la corte interna, delle strutture di un parcheggio interrato su quattro livelli (il primo destinato a parcheggio per l’albergo, i tre inferiori destinati a box per gli appartamenti)”.
Tuttavia, nel marzo 2018 – in concomitanza con l’avvio della seconda fase dei lavori (intervento sul tetto per la rimozione di alcune strutture e rafforzamento delle fondamenta e dei muri perimetrali del palazzo) – sono state rivelate complicazioni nelle trattative fra CDP Immobiliare e Rosewood, legate a difficoltà nel cambio di destinazione d’uso del palazzo e ad altri problemi (fra cui la mancata autorizzazione alla realizzazione della piscina sul tetto dell’edificio, uno dei tratti distintivi del progetto alberghiero).
Da quel momento in poi – puntualizza la mozione – tutto si è bloccato: nel giugno 2019 è stato reso pubblico il definitivo ritiro di Rosewood Hotels and Resorts International dalla trattativa con Residenziale Immobiliare 2004, per l’impossibilità di poter acquisire l’immobile nei tempi previsti. Un epilogo che trova conferma nel portale di CDP Immobiliare, in cui si legge che “il permesso di costruire è stato ritirato e sono in procinto di essere avviati i lavori di riqualificazione dell’immobile” e che la destinazione d’uso del palazzo è quella di “centro direzionale”.
Ora, quattro mesi dopo, prosegue il restyling alla facciata dell’edificio, ma sulla determina dirigenziale non sono indicate le tempistiche.
E per quanto riguarda piazza Verdi? Nel documento il consigliere Manfredi spiega come l’area versi da tempo in condizioni di abbandono, “relegata all’uso improprio e mortificante di parcheggio a cielo aperto e molto deteriorata nelle sue forme principali (marciapiedi, segnaletica e fondo stradale)”. Da molti anni – si legge ancora – la piazza è interessata da un progetto per la costruzione di un parking interrato per 230 posti auto complessivi, articolati su quattro livelli.
L’iter per la realizzazione del parcheggio iniziò nel 2000 e, dopo vari passaggi – fra i quali la presentazione da parte del concessionario di un progetto esecutivo che recepiva le osservazioni del Dipartimento Mobilità e Trasporti e del II Municipio – si arenò alla fine del 2010, data dopo la quale il concessionario non ha più presentato il piano definitivo.
“Nella scheda di progetto originario presente nel sito di CDP Immobiliare si parlava esplicitamente di sistemazione e pedonalizzazione di piazza Giuseppe Verdi“, chiosa ancora Manfredi.
Quali sono, dunque, le richieste del presidente della commissione Ambiente? “Chiediamo al Comune di avviare un dialogo con lo Stato e con CDP – scrive Manfredi sul suo blog – per un chiarimento definitivo sui propositi e i progetti riguardanti l’immobile, e per stabilire la sua destinazione d’uso (valutando la possibilità di un utilizzo pubblico di una parte di esso). Si tratta di un palazzo di pregio, che domina un intero quartiere, la cui condizione di semi-abbandono ha ripercussioni negative su tutto il quadrante”.
Ma non solo: Manfredi auspica che “nei progetti futuri riguardanti il palazzo sia incluso il recupero e la valorizzazione di piazza Verdi, attualmente umiliata e ridotta a parcheggio pubblico”.