Parioli | La storia

Il 10 settembre 1943 l’eroe dei Parioli perde la vita contro i tedeschi

di Claudio Lollobrigida

Dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui viene proclamato l’armistizio con cui l’Italia si sottrae alle ostilità della Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi calano su Roma. È il 10 settembre e a Porta San Paolo, lungo l’Ostiense, si cerca di contrastare l’avanzata nemica.

Tra i militari c’è anche un figlio dei Parioli, il sottotenente Enzo Fioritto. Ventidue anni, Vincenzo – questo il suo nome all’anagrafe – dirige un’unità di undici carri armati. In mattinata aveva ricevuto l’ordine di recarsi sul posto per bloccare i tedeschi. Nonostante l’enorme sforzo per danneggiare l’artiglieria nemica, la potenza di fuoco straniera è troppo forte per le forze italiane e così gran parte dei mezzi e degli uomini di Fioritto vengono messi fuori combattimento.

Ma il sottotenente non si dà per vinto e, rimasto da solo con il suo pilota alla guida di un carro armato, lancia un ultimo disperato assalto. Finché una granata lo colpisce, portandogli via il braccio sinistro. Nemmeno questo spegne il suo ardore, ma Enzo perde troppo sangue. E così è costretto ad arrendersi al suo corpo.

Neanche la corsa all’ospedale Fatebenefratelli, sull’isola Tiberina, può salvarlo. Non ci sono gli strumenti per una trasfusione e, quella stessa notte, il cuore di Fioritto si ferma del tutto.

Ma il suo quartiere non lo ha mai dimenticato. In viale Bruno Buozzi, sul palazzo tra il civico 12 e il 14, dove Enzo visse, una targa ricorda il suo eroico gesto per la patria.

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