prati | La storia

14 febbraio 1498: dal Tevere riaffiora il cadavere di un amante di Lucrezia Borgia

di Sara Fabrizi

Mai, come durante il suo pontificato, il Tevere ha visto tanti cadaveri galleggiare a pelo d’acqua. Tutti morti ammazzati, molti per volontà di Cesare Borgia che spesso si libera di avversari e personaggi scomodi facendoli poi gettare nel fiume.

Tra gli altri Perotto, giovanissimo amante di Lucrezia Borgia, e Pentesilea, che copre la loro relazione. Perotto e Lucrezia sono praticamente coetanei, due diciassettenni, e non è strano che tra loro nasca un sentimento. Lucrezia, infatti, nel 1493 è stata data in sposa a Giovanni Sforza, di quattordici anni più grande, successivamente il matrimonio è stato annullato perché Papa Alessandro VI ha cambiato alleanze politiche. Per motivare lo scioglimento, Papa Borgia ha accusato Sforza di essere impotente.

La risposta di Giovanni è un’accusa molto pesante: il Papa vuole sottrargli la moglie perché nutre un affetto morboso nei suoi confronti: in poche parole, Lucrezia sarebbe l’amante di suo padre. L’onore di Lucrezia Borgia, che ciò sia vero o no, è macchiato per sempre. Forse proprio per questo, durante il processo di annullamento (1497 – 1498), si ritira in un convento domenicano di San Sisto, in prossimità delle Terme di Caracalla.

Ed è qui, secondo alcuni, che nasce l’amore con Perotto che ha il compito di essere il messaggero scelto dal Papa per portare le lettere alla figlia reclusa. Secondo un’altra versione, la relazione con il bel giovanotto spagnolo è iniziata prima di questo momento e la fuga in convento di Lucrezia è motivata dal fatto che è incinta.

Ciò che è certo è che il 14 febbraio 1498 il cadavere di Perotto galleggia sulla lenta corrente del Tevere, come riferisce Giovanni Burcardo, il maestro di cerimonie del Papa informato di ogni pettegolezzo. Pare che insieme al corpo di Perotto, si ritrovi anche quello di Pentesilea, la dama di corte che segue fedelmente Lucrezia e che deve essere stata ben informata dei suoi rapporti con il giovane.

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