Le due ruote salvano tutti dal traffico, ora offriamogli spazi adeguati
Roma mandò gran parte della sua popolazione sulle due ruote quando furono istituite le strisce blu con la giunta Rutelli. Negli anni ’80, Roma rimaneva paralizzata dal traffico molto frequentemente, il centro storico era una vera e propria camera a gas, il quartiere Prati era una zona off limits perché occupata da tutti quelli che si recavano di giorno a lavorare negli uffici e nei negozi e parcheggiavano l’auto per tutto il giorno gratuitamente, tanto da rendere impossibile trovare un posto per parcheggiare e, infatti, potevi recarti in Prati solo con i mezzi pubblici o a piedi.
Oggi, Roma è ben diversa, a prescindere dal Covid, e cosa accadeva molti non lo sanno, perché nati dagli anni ’80 in poi, oppure lo hanno dimenticato. Ma tutti i problemi di Roma, ovviamente, come ben sappiamo, non sono affatto risolti. Se, in una strada del quartiere Prati, vedi una fila ordinata di motocicli lungo un marciapiede significa che c’è qualcosa che non va. È così che inizia su Facebook a scatenarsi una discussione a suon di accuse di inciviltà per aver occupato il marciapiede che, ovviamente è riservato esclusivamente ai pedoni, alle carrozzine dei bimbi e a quelle dei disabili. L’inciviltà però non si evince nella fila indiana, ben ordinata dei mezzi a due ruote parcheggiati a filo del marciapiede per lasciare il più possibile libero lo spazio pedonale, piuttosto si avverte un disagio: quello dell’esercito dei motociclisti che tanto hanno dato alla città, liberandola dagli ingorghi colossali e paralizzanti, da un inquinamento pesante per cui c’erano dei luoghi dove non respiravi per il tanfo che usciva dai tubi di scappamento di auto, autobus, taxi e bus che tappezzavano l’intera città che viveva stagioni floride e abbondanti. La questione è da imputare all’assenza di attenzione verso questa categoria alla quale vanno riservati posteggi adeguati, non nelle strisce blu delle auto ma in appositi stalli per moto e motociclette.
Siamo purtroppo giunti a una logica in cui, l’incapacità di rispondere alle necessità della città vengono coperte con gli insulti ai cittadini: gente di fogna, incivili, zozzoni… quando non si arriva poi agli insulti più pesanti e degradanti. Ai cittadini, sempre più abbandonati e disarmati di fronte al vuoto e alle assenze, non rimangono che le pagine Facebook per dare sfogo alle proprie frustrazioni improvvisandosi educatori civici e guardiani dell’ordine, senza più credere che sia possibile intavolare un dialogo con le istituzioni per far prevalere il buon senso e l’analisi dei dati che mostrano che in Prati i motociclisti non sanno dove parcheggiare il loro mezzo.
Una tragica realtà per la quale nessuno vuole però porre rimedio né dare ascolto. Siamo a settembre e non sappiamo nulla di quale futuro potrà avere la nostra città. Soli, spaesati ma pur sempre coraggiosi, proseguiamo nel cammino di sostegno alla nostro amata Roma che vorremmo vedere prima o poi rinascere.